di
Donatella Tiraboschi
La libreria nel museo è chiusa da fine ottobre: trattative in corso per riaprirla. Il nuovo locale non dà i risultati sperati
«Il bookshop? È chiuso e non sappiamo dire quando riaprirà. Se le interessa il catalogo della mostra, lo può richiedere alla biglietteria». Pensato, progettato e realizzato, fin dal primo restyling del 2015, come elemento funzionale a corredo dell’Accademia Carrara, come di qualsiasi altro museo al mondo, la libreria della principale pinacoteca cittadina, come spiega la gentile addetta, è chiuso dallo scorso 30 ottobre. Anche l’editing del catalogo dell’ultima mostra «Arte e Natura», realizzato da Officina Libraria, chiarisce come Skira, l’editore che gestiva lo spazio (con una selezione di pubblicazioni e di merchandising legato alla collezione permanente e alle mostre temporanee), «non segue più il bookshop della Carrara».
La conferma, appunto, arriva direttamente dalla prestigiosa casa editrice che, però, non spiega i motivi: «L’accordo è concluso». «Ci siamo accordati unanimemente sulla fine del rapporto, credo che con la nuova proprietà che l’ha acquisita, Skira si stia allontanando dal mondo dei bookshop» spiega il general manager della Carrara, Gianpietro Bonaldi. Oggi sono in corso trattative con Silvana Editoriale («Ma non abbiamo ancora chiuso», aggiunge Bonaldi) ma la temporanea chiusura del bookshop («Conto di riaprirlo a gennaio, senz’altro per la mostra dei Tarocchi di fine febbraio», assicura il general manager) sottende qualche considerazione sulla funzionalità e la redditività del bookshop stesso e dei costi, non si sa quanto ripagati, che comporta (tanto più che Skira è uno dei diversi gestori che si sono succeduti nel corso degli anni).
Che si tratti di un’attività sovrastimata rispetto ai volumi di traffico e visitatori dell’Accademia? È uno degli interrogativi che stanno coinvolgendo anche il «Bù Bistrot», la ristorazione a fianco della Carrara. A poco più di un anno dall’inizio, l’attività della «caffetteria» presenta luci ed ombre. Da quello che trapela, i soci di Finlat (la società che ha sottoscritto il contratto di affitto, e che manda avanti il «Bù» di via Monte San Michele, nel centro cittadino) si dichiarano molto impegnati nell’affrontare e nel perseguire una gestione di qualità (dal punto di vista dell’offerta enogastronomica). Ma con la Fondazione assegnataria dell’incarico risultano delle «partite aperte». E con quelle evidenti situazioni pendenti gli scenari gestionali non erano, verosimilmente, quelli prospettati nell’assumere la conduzione del locale. L’idea iniziale contrattuale era improntata ad un connubio di qualità tra cibo ed arte, ma anche alla contestuale possibilità di ampliarne la fruibilità con eventi e manifestazioni di vario tipo. Di certo, i rilievi mossi quest’estate sul disturbo alla quiete pubblica dai confinanti dell’Accademia, senza dimenticare il procedimento penale che vede imputato il progettista della riqualificazione, l’architetto Antonio Ravalli (accusato di aver presentato un rendering non veritiero per ottenere l’autorizzazione paesaggistica), hanno contribuito non poco a «tarpare» gli entusiasmi imprenditoriali dei gestori dell’ «artistico bistrot».
In questo momento, che i bene informati definiscono «caotico», si aggiungono anche alcuni aspetti legati all’organico della stessa Accademia. Tra questi figura il destino di Giulia Zaccariotto, curatrice della collezione di medaglie e placchette che il noto collezionista bergamasco Mario Scaglia aveva donato all’Accademia Carrara nel 2022. Era stato lo stesso Scaglia, recentemente avvistato proprio al museo, a chiedere espressamente che ci fosse un professionista che ne facesse da curatore e per questo fu individuata Zaccariotto (che già aveva conoscenza approfondita delle opere donate) con un contratto Co.co.co che scadrà alla fine dell’anno. L’incarico era stato sovvenzionato dallo stesso Scaglia, che aveva messo a disposizione 100 mila euro, destinati sia all’allestimento della sua donazione, sia in quota parte anche per assicurare in avvio di incarico gli emolumenti della professionista.
«Ci siederemo e ne parleremo», afferma ora Bonaldi che, a proposito delle voci che vorrebbero anche l’attuale conservatore Paolo Plebani destinato ad occupare un’altra mansione, tiene a precisare come «Plebani è e resta il conservatore senior delle nostre collezioni». Nessun problema, assicura Bonaldi, di rapporto e collaborazione con la direttrice della Carrara Maria Luisa Pacelli: «Abbiamo un’ottima intesa».
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23 novembre 2025
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