“Per la Nazionale sono ottimista, non ho dubbi che Gattuso dopo gli ultimi match giocati avrà modo di valutare bene la situazione e saprà come preparare la sfida con l’Irlanda del Nord, che è una squadra di forza fisica“. Così Bruno Conti nel corso di un’intervista che andrà in onda oggI, sabato 22 novembre, alle 14, su RaiDue, nel corso di Dribbling. Conti ha spiegato: “Il mio ottimismo è fondato sul fatto che c’è tempo a sufficienza per preparare questa gara cruciale, questo farà in modo che le difficoltà avute potranno essere analizzate ed affrontate. Altro aspetto vantaggioso è giocare la semifinale in casa”.
Conti: “Pochi talenti? I calciatori stranieri devono rappresentare un’eccezione”
Fine conoscitore di giovani, Conti, coordinatore del vivaio della Roma, ha parlato della mancanza di talenti assoluti nel calcio italiano: “Le cause di quanto accaduto vanno ricercate nel nostro campionato con troppi stranieri. I calciatori arrivati ad alto livello sono cresciuti nelle società dilettantistiche, oggi c’è carenza di vivai. Poi non sempre gli allenatori si assumono la responsabilità di lanciare giovani, in altri paesi come Spagna, Germania o Francia le cose sono diverse. Da ragazzo sono stato bocciato tre volte ai provini. Mi dicevano che ero bravo tecnicamente ma non avevo la fisicità. Io però non ho mail mollato. La verità è che dobbiamo ricominciare a lavorare con quello che abbiamo in casa nostra. Non ho nulla contro i calciatori stranieri, ma devono rappresentare un’eccezione, non la regola”.
Conti e i ricordi con la Nazionale: “Tardelli all’inizio non mi era simpatico”
Gloria giallorossa, gloria dell’Italia, Conti ricorda: “Un giorno eravamo in albergo prima della partita con il Brasile e Causio mi venne a chiamare per farmi vedere una cosa dalla finestra. Era uno striscione sul quale c’era scritto “Per il mondo sei Bruno Conti, per Nettuno sei MaraZico”. I miei amici che erano venuti fino in Spagna per sostenermi. Tardelli all’inizio non mi era simpatico, ogni tanto tra noi c’era qualche battibecco legato a un mancato scudetto della Roma che non avevo digerito, erano i tempi in cui cominciavamo a dar fastidio alla Juve e questo non ci predisponeva l’uno nei confronti dell’altro. Poi, man mano che l’ho conosciuto, ho capito che era un uomo vero, uno schietto, una persona sincera”.
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