Ieri Moise Kean ha dimostrato tutto il suo carattere. Una gara da leader vero, una dimostrazione chiara a tutta la città ed ai compagni
“Un uomo solo al comando, la sua maglia è viola: il suo nome è Moise Kean”. Per descrivere la prestazione di Moise Kean ci siamo avvalsi di una citazione storica, quella del radiocronista Mario Ferretti, che il 10 giugno del 1949 stava commentando la tappa numero 17 del Giro D’Italia. Una di quelle tappe dove Fausto Coppi fece il vuoto, come sapeva fare lui. Non vogliamo scomodare un gigante del nostro sport, ma ieri Moise Kean è stato l’anima, il trascinatore della Fiorentina. La gara contro la Juventus è per antonomasia il Monte Rushmore nella storia viola, dove i campioni possono incidere i propri nomi. Moise Kean era l’uomo più atteso, sia per un inizio di stagione sottotono, sia per il momento della squadra, ed il numero 20 ha risposto presente.
Una gara totale—
Firenze chiedeva proprio questo al suo idolo, una prestazione da leader vero. La leadership di Kean è questa, fatta di gesti, di espressioni, uno stile tutto suo. La prestazione di Kean è stata totale, qualcuno potrebbe dire che è mancato solo il gol, ma raramente si era visto un attaccante lottare in questo modo. L’idea di Vanoli era chiara, decentrarlo sulla destra, abbinandolo a Koopmeniers, e la traversa colpita arriva proprio su questa circostanza. Anche ieri l’intesa con Piccoli non è sembrata così collaudata, ma Kean si è messo in proprio, andando su ogni pallone contendibile (e non). La squadra specialmente nella prima mezz’ora, e nel finale si è abbassata, cercando Kean con palloni lunghi e sporchi. Moise si è messo l’elmetto (come chiesto da Vanoli stesso), ed ha iniziato a scavare per trovare qualche spazio, un pertugio. I dati che ci ha fornito Sofascoresono emblematici
Leader vero—
L’immagine simbolo della partita è quella immortalata sul finale. Angolo per la Juventus, palla messa fuori, e Kean che strappa alla sua maniera, portandosi dietro 6 maglie bianconere. Neanche l’ombra di una maglia viola, eppure Kean non ha mollato, portandosi anche a casa una rimessa laterale, fondamentale in quel segmento di partita. Un segnale chiarissimo lanciato dal bomber viola alla squadra, i compagni possono contare su di lui. Vanoli in queste settimane dovrà capire quali sono i propri riferimenti, ed il numero 20 ha risposto presente. Ci saranno gare in cui Kean non dovrà necessariamente sfoderare prestazioni simili, gare in cui la squadra lo supporterà maggiormente, ma ieri serviva Ken il Guerriero. La prossima settimana la Fiorentina salirà a Bergamo, per affrontare l’Atalanta di Raffaele Palladino, l’uomo che ha contribuito alla trasformazione di Kean, ma a Firenze non c’è tempo per pensare al passato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA