Quando pensiamo a Halloween in tv, solitamente immaginiamo zucche, risate o scherzi. Nel 1992, però, la BBC mandò in onda qualcosa di radicalmente diverso: Ghostwatch, uno speciale che manipolava il linguaggio televisivo fino a infrangere completamente il patto di fiducia tra spettatore e schermo.
Presentato come una trasmissione in diretta, l’episodio narrava le presunte indagini paranormali nella casa della famiglia Early, nel sobborgo di Northolt. La credibilità era garantita dai volti noti della BBC – Michael Parkinson in studio, Sarah Greene sul campo, Mike Smith al telefono e il comico Craig Charles – che interagivano con eventi inquietanti e “testimonianze” dal pubblico. Anche se era registrato giorni prima, l’effetto fu brutale: oltre un milione di chiamate affollarono gli switchboard della BBC quella notte, inclusi lamentele, terrore e richieste di spiegazioni. Sembrano le premesse del recente horror Late Night with the Devil, ma è tutto vero.
Il terrore prende forma lentamente all’interno di una casa suburbana apparentemente normale: rumori nella notte, oggetti che si muovono, ombre inquietanti e, infine, la figura soprannaturale chiamata “Pipes”. La giovane Suzanne viene posseduta, la tensione sfocia nel panico. Lo spettatore prova un sentimento di profondo disagio, come se la finzione stesse diventando realtà. Il climax è talmente scioccante che molti telespettatori riferirono sintomi da stress post-traumatico nei giorni successivi.
Il contesto sociale amplifica il trauma: era un’epoca senza streaming, senza social media e senza anteprime online, e il pubblico affidava alla BBC una fiducia assoluta. L’impatto fu tale che la BBC ritirò immediatamente Ghostwatch dalla programmazione. Alcuni genitori raccontarono che i bambini piangevano, tremavano o persino urinavano nel sonno ricordando la trasmissione. Un ragazzo di diciotto anni con disabilità, Martin Denham, si suicidò pochi giorni dopo l’episodio, convinto di essere perseguitato da Pipes. Il Broadcasting Standards Commission ha condannato il programma come “eccessivamente angosciante e ingannevole” per il pubblico, soprattutto per i più sensibili.
Anche a distanza di decenni, Ghostwatch continua a esercitare fascino nel mondo del metafiction horror. È considerato un’ispirazione diretta per produzioni come The Blair Witch Project e lo show Host. Il suo stile – credibile, disturbante, profondamente meta – ha influenzato intere generazioni di creatori e critici del genere.
Ghostwatch non voleva intrattenere: voleva turbare. E ci è riuscito così bene che il pubblico britannico ne è uscito scosso fino al midollo. Quella notte di Halloween la televisione ha smesso di essere solo intrattenimento, trasformandosi in esperienza psicologica. Un esperimento oscuro e indimenticabile che ancora oggi risulta incredibile per chi scopre che sì, una cosa del genere è davvero andato in onda.
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