Ornella Vanoni si è spenta a 91 anni nella sua casa milanese a causa di un malore improvviso. Aveva chiesto del gelato alla persona che l’assisteva e, quando quest’ultima è tornata per portarglielo, l’ha trovata senza vita, composta, come addormentata. A raccontare gli ultimi istanti della grande artista è stato il suo produttore, Mario Lavezzi, che con la voce rotta dall’emozione ha confidato: «Lei avrebbe voluto andarsene così, è la fine che avrebbe desiderato per sé».
Anticonformista e libera fino all’ultimo, perfetta incarnazione di tutte le straordinarie sfaccettature dell’animo umano, Ornella Vanoni conteneva tutto e il contrario di tutto. «Resterà un pezzettino di lei in ognuna di noi», ha detto ieri Virginia Raffaele a Vanity Fair Stories, sul palco del Teatro Lirico di Milano. E davvero è così. Oggi è il giorno dell’ultimo saluto, con la Camera ardente allestita al Piccolo Teatro di Milano illuminata dai girasoli e dalle note della canzone di Ornella Vanoni Domani è un altro giorno. Ecco cosa ci hanno raccontato, in esclusiva per Vanity Fair Italia, i suoi familiari e i suoi amici più cari, la sua assistente personale, le persone che l’hanno amata e accompagnata lungo una carriera davvero straordinaria.

Ornella Vanoni a Che Tempo che Fa
Stefania D’Alessandro/Getty ImagesMatteo Ardenzi, il nipote: «Rideva moltissimo quando le raccontavo le mie litigate amorose»
Ornella Vanoni adorava i suoi due nipoti, Matteo e Camilla, figli di suo figlio Cristiano Ardenzi. Siamo riusciti oggi a parlare in esclusiva con Matteo, arrivato al Piccolo Teatro con la sua fidanzata e il cagnolino della Vanoni, Ondina, che d’ora in poi vivrà con lui e la compagna. Matteo ha voluto ricordare con queste parole l’amatissima nonna: «Ci tengo a dire una cosa: prima di essere una grande artista, un grande personaggio pubblico, la nonna era una nonna e una mamma. Lascia un vuoto enorme. Però, nella tristezza, vedere il rispetto e l’amore che tutti hanno avuto per lei ci riempie il cuore di gratitudine. Era una nonna molto presente, molto attenta. Si preoccupava tanto delle nostre vite, delle direzioni avremmo preso. Questa sua attenzione profonda verso le persone l’ha sempre avuta. Personalmente mi ha supportato molto. L’ho avuta accanto nel mio percorso professionale (lavoro nella comunicazione) perché lei mi incoraggiava sempre. Era molto contenta di me: diceva che mi meritavo quello che stavo ottenendo sul lavoro. Per lei ero il “bravo ragazzo con la schiena dritta” e per questo devo dire grazie anche a lei. La nonna, poi, è stata un esempio di forza, di ironia, di resilienza, di vita. Nel suo modo di stare al mondo lei ci offriva una lezione continua. Porterò con me la sua voce, e tanto di lei sarà anche nella mia futura famiglia. Aveva una meravigliosa ossessione per le cose più buffe dei rapporti sentimentali: per esempio rideva tantissimo quando le raccontavo le litigate con la mia fidanzata. Si divertiva proprio.Non so se mi abbia mai dato veri e propri consigli d’amore. So che lei ha amato tanto. Ed è stata tanto amata. E questo oggi si vede più che mai!».