di
Rosanna Scardi
Il grave insulto postato da Vincenzo D’Anna, casertano ex senatore e biologo, alla donna ustionata e resa invalida dal marito 14 anni fa. Pitzalis è in prima linea contro la violenza di genere ed è intervenuta davanti a 2.300 studenti milanesi. Il commento dell’ex senatore «catturato» da Selvaggia Lucarelli
«Perché c’è a chi piace cruda ed a chi cotta la moglie». Il messaggio choc è apparso tra i commenti al post pubblicato dal Corriere su Instagram relativo all’articolo sulla testimonianza di Valentina Pitzalis resa, venerdì 21 novembre, davanti a 2.300 studenti delle scuole medie e superiori di Milano e provincia, riuniti agli Arcimboldi. A lasciarsi andare a un commento assurdo è Vincenzo D’Anna, casertano, 74 anni, politico e biologo: ex senatore (ha militato nella Democrazia Cristiana, poi nel Popolo delle Libertà e in Forza Italia), presidente della Federazione degli Ordini regionali dei biologi (Fnob).
A far notare il messaggio e a riprenderlo in una storia «muta» (ma eloquente) è Selvaggia Lucarelli, che negli anni ha seguito la complessa vicenda di Pitzalis: martedì 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, alle 20.30, la accompagnerà nel racconto della sua dolorosa storia, al Teatro Carcano di Milano. Un incontro precedente, riservato ai ragazzi delle scuole, si è svolto nei giorni scorsi agli Arcimboldi: per il Corriere la cronaca è stata firmata da Giovanna Maria Fagnani. Ed è sotto il resoconto dell’accorata testimonianza di Valentina, sfregiata dal marito, che D’Anna ha digitato la frase (errori grammaticali inclusi): «C’è a chi piace cruda ed a chi cotta la moglie».
Valentina Pitzalis, 42 anni, è sopravvissuta, 14 anni fa, al tentativo di femminicidio da parte di suo marito Manuel Piredda, che morirà nel rogo da lui stesso appiccato per ucciderla. «Faccio per aprire la porta – ha raccontato ai ragazzi durante l’incontro promosso dall’associazione OTB Foundation e Fare X Bene – e lui mi chiede di restare ancora cinque minuti. Mi giro per dirgli di no e lo vedo nel corridoio, con in mano un innaffiatoio. Mi butta del liquido addosso, una quantità esigua. Sento l’odore e mi spavento, penso che sia benzina e invece era del cherosene che, mi spiegheranno, a differenza della benzina, continua a bruciare… Non dimenticherò più i suoi occhi, il suo sguardo era cambiato, sembrava un demonio. Gli dico: “Cosa stai facendo, sei matto?”. E lui mi risponde: “Ora lo vedi. E mi dà fuoco». Al termine dell’intervento, una standing ovation per Valentina e tante domande dalla platea. «Io non sono un esempio, ma un monito. Ho fatto tanti errori: ho ignorato tutti i campanelli d’allarme che oggi a scuola vi spiegano, quelli della violenza psicologica».
La 42enne oggi è invalida: le hanno amputato la mano sinistra e l’uso della destra è compromesso. Piredda morì incidentalmente lui stesso tra le fiamme. Valentina riuscì miracolosamente a salvarsi, ma riportò gravissime ustioni che le hanno lasciato segni indelebili sul viso e sul corpo. Ha il volto sfigurato, il corpo ricoperto di cicatrici. Ora dedica la sua vita alla prevenzione della violenza di genere. Negli anni successivi ha affrontato non solo un lungo percorso di riabilitazione fisica e psicologica, ma anche una dura campagna diffamatoria, deflagrata sui social, in cui i genitori di Piredda la accusavano di essere lei l’assassina, non il figlio.
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23 novembre 2025 ( modifica il 23 novembre 2025 | 13:08)
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