di Anna Marchetti
“Non è stato toccato il colore originale, in ogni caso l’opera sarà sottoposta a una revisione complessiva non appena (si parla di metà gennaio 2026) sarà pronto l’allestimento a Santa Maria Nuova: ci piace che torni sopra l’altare nelle condizioni migliori”. Del “graffio” sulla pala del Perugino, presente da qualche giorno sul manto della Madonna, appena sopra il piede, parla Emanuela Daffra, la direttrice dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il prestigioso istituto a cui la precedente amministrazione comunale affidò il restauro del dipinto. Rientrata a Fano a fine 2023, la pala di Perugino è stata protagonista nella sala Morganti, dove si trova tuttora, della mostra “Pietro Perugino a Fano. Primus pictor in orbe” (7 dicembre-15 settembre 2024) curata dalla stessa Daffra e da Anna Maria Ambrosini Massari.
Dottoressa Daffra, il ‘graffio” può essere stato prodotto dal contatto involontario di qualche visitatore con l’opera: le unghie di una mano, una borsetta?
“Non lo possiamo dire, comunque è un tipo di danno compatibile con i movimenti del legno, nei passaggi delle stagioni e in relazione al rapporto tra temperatura e umidità relativa. Il legno è vivo, particolarmente sensibile e, nel corso della sua storia, ha sempre avuto una facilità a registrare i cambiamenti di umidità relativa. Tant’è che il segno è comparso in una zona del dipinto già oggetto di restauro”.
Vista questa ’sensibilità’ del materiale, è opportuno riportare l’opera Santa Maria Nuova dove ci sono infiltrazioni d’acqua dal tetto?
“Il clima della chiesa sarà tenuto sotto controllo da sensori e l’amministrazione comunale è consapevole della necessità di una verifica costante dell’opera e di una manutenzione programmata”.
La manutenzione programmata in cosa consiste?
“Si stabilirà un protocollo per i controlli (un anno o sei mesi) pensato specificatamente per quell’opera, cioè la pala di Perugino, in quel luogo, ovvero Santa Maria Nuova. Tra l’altro è stato studiato un progetto (una struttura metallica, telescopica ndr) che prevede la possibilità di spostare la pala e di controllare il retro facilmente”.
Chi ha la responsabilità dei controlli da effettuare?
“L’Opificio delle Pietre Dure completa il progetto di restauro dando indicazioni per il futuro, ma la responsabilità della tutela dell’opera passa ai colleghi della Soprintendenza”.
Considera opportuno riportare la pala a Santa Maria Nuova?
“In questi casi non esiste una regola fissa, è l’opera che comanda, le scelte vanno fatte per il suo bene e non possono esserci posizioni preconcette. E’ chiaro che ricomporre il contesto di origine è importante a meno che non ci siano seri rischi per l’opera. Per la pala del Perugino non ci sono motivi ostativi al suo rientro in chiesa, la decisione è stata concertata con la Soprintendenza”.
Dottoressa Daffra la vedremo a gennaio per il trasferimento della pala, completa di lunetta e predella, dalla sala Morganti a Santa Maria Nuova?
“Assolutamente sì”.