Fino alla scorsa settimana il “dominus” dei virus in circolazione, anche in Piemonte, era il Rhinovirus: causa il comune raffreddore già sperimentato da migliaia di persone.

In base al report aggiornato del Seremi, Servizio di epidemiologia regionale, il Rhinovirus continua a fare la voce grossa ma il suo territorio di caccia, cioè noi, comincia a essere conteso dall’influenza, che dopo avere colpito pesantemente prima l’Australia, poi il Giappone ed ora il Regno Unito, comincia a decollare anche in Italia.

Influenza Australiana e varianti in circolazione

Non a caso, viene chiamata «Australiana»: perché l’andamento osservato nell’emisfero australe (dove l’inverno arriva prima) permette di prevedere come si comporterà anche da noi, e non è stato un andamento promettente. Non si tratta di un nuovo virus, spiegano gli esperti, ma di una variante stagionale dei virus influenzali più diffusi:

  • Ceppo A(H3N2)
  • Virus H1N1 (e altri virus influenzali)

Oltre 190 mila casi in Piemonte da ottobre

In base ai dati dei medici sentinella della sorveglianza RespiVirNet attivi in Piemonte, il Seremi stima che dalla metà di ottobre circa 190 mila persone abbiano contratto un’infezione respiratoria acuta, con circa 38 mila nuovi casi registrati negli ultimi sette giorni.

Si continua a osservare la circolazione contemporanea di diversi virus respiratori, tra cui prevalgono:

  • Rhinovirus
  • Covid
  • Virus influenzali A/H3N2 (in crescita)

A livello nazionale si registra, per l’influenza, un tasso di positività in aumento rispetto alla settimana precedente, mentre risulta in diminuzione per il Covid.

Allarme dal Regno Unito: +300% casi

Il numero di test positivi è ancora troppo basso per fornire indicazioni definitive sull’andamento della stagione, ma guardando alla situazione nel Regno Unito c’è da stare in allerta. In questi giorni, il National Health Service ha lanciato un appello urgente alla vaccinazione dopo che i casi registrati sono risultati oltre tre volte superiori rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita più marcata tra giovani adulti e bambini in età scolare.

Prevenzione e vaccino: le raccomandazioni

Poi certo, molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche. Anche così, avverte il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano:

«Con un virus più “abile” a eludere il sistema immunitario e con una stagione influenzale anticipata, la prevenzione resta l’unica chiave per proteggere noi stessi e chi ci sta vicino».

E prevenzione fa rima con vaccinazione:

«Siamo nel periodo corretto per ricorrervi. Una raccomandazione rivolta in particolare alla popolazione più fragile».

Dove per “fragili” si intendono:

  • Anziani
  • Bambini
  • Pazienti con malattie croniche

Categorie che possono essere più esposte a complicanze (bronchiti, riacutizzazioni d’asma, polmoniti) dovute all’influenza.

Due settimane per sviluppare l’immunità

Avvertimento nell’avvertimento: il nostro corpo impiega circa due settimane, dopo la vaccinazione, per sviluppare la protezione contro l’influenza. Un altro buon motivo per non perdere tempo.