Così fa malissimo. La Nazionale italiana di calcio femminile accarezza il sogno finale ma viene eliminata dall’Inghilterra ai Campionati Europei 2025 di calcio femminile. Partita combattutissima quella andata in scena allo Stadio di Ginevra, con la formazione di Andrea Soncin che ha subito il pareggio in pieno recupero, sfiorando così un’impresa dai contorni storici, cedendo il passo ai supplementari.

L’inizio è leggermente contratto per le azzurre che, con personalità, optano per la costruzione dal basso, sbagliando però spesso il secondo pallone attivando così la brillantezza del centrocampo britannico, devastante nelle due fasce e capace di arrivare con facilità nell’area azzurra. Il primo pericolo arriva al diciannovesimo giro di orologio con Russo, brava a controllare un tiro spiovente trovando un tiro in girata che manca la porta. Le ragazze di Sarina Wiegman cercano inoltre di metterla per le cattive sul piano fisico, facendo sentire la propria presenza con una serie di falli, alcuni al limite, per destabilizzare le nostre giocatrici, brave a non perdere il focus.

Ma con il passare del tempo la compagine tricolore prende sempre di più le misure, difendendosi con più ordine e soprattutto riuscendo a confezionare una buona manovra d’azione. Il match vive dunque una fase tesa intorno alla prima mezz’ora, con entrambe le squadre artefici di diversi errori. Anche le inglesi, quindi, non sono tranquille, sintomo di un ottimo lavoro azzurro. Dopo un paio di riversate in avanti, l’Italia la sblocca alla prima occasione utile. Al 32’ infatti Caruso combina alla perfezione con Cantore, la quale lascia partire un cross sull’area piccola per Girelli che però liscia; la sfera arriva quindi sui piedi della vicina Bonansea posizionata sul secondo palo, autrice di un stop e tiro al volo potentissimo che si insacca nell’angolino alto.

L’Inghilterra però non ci sta, e poco dopo, cerca lo sprint per poter ripristinare gli equilibri, andandoci vicinissimo al 37′ con un tiro di James a botta sicura che trova però la risposta di una Giuliano in versione Superman. Gli sgoccioli della prima frazione sono invece gestiti in modo eccelso da Girelli e Co, stazionando perennemente nella meta campo inglese non rischiando assolutamente niente fino al duplice fischio.

Si va di fiammate invece nella ripresa, con l’Italia che non cambia spartito, provando di tanto in tanto alcune imbucate congegnali come succede al 52′, quando Cantore sulla destra semina il panico, sterza in area lasciando andare però un tiro troppo debole. Al 59’ invece saranno invece le britanniche a fare paura con una sfera velenosissima finita tra i piedi di Greenwood e tolto da una provvidenziale Oliviero. 

Dal 62′ in poi Soncin deve fare invece a meno di una Girelli che accusa un problema muscolare (al suo posto Martina Piemonte). Il CT interviene poi al 72′ con due sostituzioni di peso: fuori Bonansea e Cantore, dentro Severini e Cambiaghi. Più passano i minuti, più la partita diventa un gioco di nervi. L’Inghilterra spinge sempre di più, l’Italia deve difendere, tenere botta, ripartire. Il momento di apnea è a cavallo dell’ottantesimo minuto, con una serie di corner a trazione inglese uno più pericoloso dell’altro. Ma poco prima (e poco dopo) Piemonte, entrata con personalità, insidia un paio di volte i pali di Hampton mancando però di giusta cattiveria.

È comunque giusto l’atteggiamento delle azzurre che, a quattro minuti dalla fine dal tempo regolamentare, falliscono clamorosamente il colpo del K.O. Su situazione di calcio d’angolo, Cambiaghi anticipa tutti sul primo palo mancando il pallone subito raccolto da Severini che, da due passi, colpisce male vanificando un 2-0 già fatto. L’Italia deve dunque ritornare ad alzare le barricate nei ripetuti assalti delle avversarie, resistendo fino al quinto minuto di recupero, momento in cui subisce il pareggio-beffa con la subentrata Agyemang, lesta nel battere un rigore in momento provocato da un’uscita non straordinaria da parte di Giuliani.

Si va quindi ai supplementari in una situazione estremamente delicata dal punto di vista psicologico, con l’inerzia completamente ribaltata e con un undici che deve fare a meno dei pedine fondamentali come appunto Girelli, Cantore, Bonansea e Giuliano, tutte uscite per scelta tecnica o no. Sono le leonesse ad averne logicamente di più: le britanniche scendono in campo con una nuova flemma e con cinque giocatrici offensive. In tal senso a svettare in modo particolare è Kelly che, al 97′, ubriaca la retroguardia azzurra, si libera di tre avversarie ma sbaglia il tiro. Le azzurre mancano invece di lucidità e, soprattutto, di quelle figure collante che hanno oleato la manovra per tutta la durata della rassegna continentale.

Nonostante tutto, si va al mini break sul risultato di 1-1. All’Italia non resta che puntare tutto sul cuore. Ma al 117′ (a seguito di una traversa colpita ancora da Agyemang) arriva la seconda beffa: Severini infatti trattiene illegalmente Mead. Per la Direttrice di gara è calcio di rigore: dal dischetto ci va Kelly che, con il suo caratteristico saltello, viene ipnotizzata da Giuliani che para il penalty d’istinto, ma non il tapin vincente della numero 7 che batte a rete chiudendo i giochi sull’1-2.

Resta il rammarico, certamente. Ma stasera malgrado l’amarissima uscita di scena l’Italia ha dimostrato con i fatti di avere guadagnato un nuovo status. Per volare ancora più in alto, serve passare anche per batoste come questa.