Ice Cube è un analista del governo americano e padre di famiglia alle prese con l’arrivo dei tripodi. Su Amazon Prime Video.
Soltanto poche settimane fa nel catalogo di Amazon Prime Video aveva fatto la sua comparsa War of the Worlds: L’invasione (2023), adattamento low-budget prodotto dalla compagnia The Asylum – nota per i suoi mockbuster a basso costo e la saga di Sharknado – che rivisitava l’iconico romanzo pubblicato nel 1898 da H. G. Wells. Il film è ancora disponibile sulla piattaforma, ma non saremo certo noi a consigliarvi la visione.
A breve tempo di distanza ecco che arriva sui medesimi lidi una nuova versione, fresca fresca, che tenta un approccio diverso per aggiornare il concept e limitare al contempo le spese di budget. La soluzione adottata per questo La guerra dei mondi anno 2025, che vanta in fase di produzione il nome di Timur Bekmambetov, è stata quella di girare l’intero film in screenlife, ovvero con tutto quando accadente in scena mostrato esclusivamente dagli schermi di un computer. Una scelta rischiosa, che se in passato ha funzionato in ambito thriller o horror anche con buoni risultati, non era per certo scontata in una produzione che prevede un’invasione su larga scala da parte di forze extraterrestri sul nostro pianeta. Scopriamo allora com’è andata…
La guerra dei mondi e degli sguardi
Will Radford lavora come analista per il Dipartimento della Sicurezza Interna per il governo degli Stati Uniti. Si trova da solo all’interno del suo ufficio iper-tecnologico, nel quale trascorre ore e ore da solo davanti allo schermo di computer, sorvegliando i sistemi destinati al controllo dei cittadini americani. Vedovo, ha un rapporto contrastato con i figli: Faith è incinta e prossima a sposarsi con il suo storico fidanzato, Dave invece è un perdigiorno che non fa altro che giocare ai videogiochi.
Quella che sembra una giornata come tante altre, con Will impegnato nel “dare la caccia” a un ineffabile hacker noto come Disruptor e che lo vede partecipare attivamente in collegamento audio-video, si trasforma in qualcosa di completamente impensato. Ben presto infatti comincia a ricevere notizie e filmati di tripodi alieni che hanno fatto la loro comparsa in vari angoli del mondo, cominciando a devastare le metropoli in cerca di dati preziosi. Proprio Will e la sua famiglia saranno determinanti per la salvezza dell’umanità.
Da schermo a schermo
Dimenticatevi l’affiato spettacolare del film di Steven Spielberg, ma anche la lucida sobrietà del primo leggendario adattamento datato 1953. La guerra dei mondi di cui vi parliamo in quest’articolo è un’operazione maldestra, sulla carta sicuramente ambiziosa ma a risultati avvenuti soltanto capace di creare un gran mal di testa. Al termine dell’ora e mezza di visione infatti lo spettatore non può che essere confuso, continuamente sballottato tra questi schermi e controschermi che inondano lo schermo che sta guardando. Con il volto di un anemico Ice Cube che, ripreso dalla videocamera del computer, ci accompagna in questa girandola di eventi sempre più improbabili.
La crisi familiare si accompagna così alla pura anima fantascientifica, con colpi di scena assurdi che si intromettono in questa narrazione in tempo reale, dove si susseguono riprese da vari angoli del pianeta: tra filmati di repertorio e scene ex-novo ricreate con mediocri effetti speciali, non vi è un attimo di tregua, ma il problema è che ciò che vediamo non è mai effettivamente interessante, con rivelazioni che tranciano sul nascere qualsiasi sussulto di verosimiglianza, pur contestualizzando il tutto al filone e al relativo contesto narrativo di un’invasione da parte degli abitanti di un altro mondo.
Non mancano governanti corrotti e implacabili hacker sulla scia di Anonymous, in un storia dove tutto è gestito dalle lettere di una tastiera o dallo speaker di un microfono: il controllo assoluto, con i droni e la stessa Amazon che si auto-cita quale compagnia di vendita globale, fa sì che il protagonista abbia una sorta di totale immunità, diventando di fatto un tecnologico deux ex machina sempre pronto a trovare la soluzione per risolvere l’inghippo del momento. Tra palle di fuoco che solcano i cieli e creature minuscole che minacciano i dati sensibili dell’intera popolazione umana, La guerra dei mondi vorrebbe forse dire altro, ma l’analisi della società contemporanea sempre più schiava di internet e del digitale è abbozzata solo in superficie, inutile orpello a un racconto che rischia di scadere a più riprese nel ridicolo involontario.