di
Erica Dellapasqua
Minacce e insulti social contro la presidente del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, dopo la decisione di allontanare i tre figli dalla coppia che vive in un bosco a Palmoli. L’Associazione magistrati per i minori: «Abbiamo il dovere di intervenire»
Minacce e insulti via social contro Cecilia Angrisano, presidente del tribunale per i Minorenni dell’Aquila, dopo la decisione di separare figli e genitori che vivono nel bosco di Palmoli, in Abruzzo.
Commenti e offese, accompagnati da foto della magistrata e richieste più specifiche: indirizzo, numero di telefono e mail della giudice. «Lei è un’emerita c…ona», scrive uno dei tanti utenti su Fb. «Il tribunale dei minori è una fossa piena di vermi», aggiunge un altro. Non è escluso che nei prossimi giorni, su questi contenuti, possa essere presentato un esposto.
La decisione dei giudici
Un caso, quello della coppia anglo-australiana che da anni ha scelto di vivere in un rudere nel bosco che costeggia la provincia di Chieti, che sta facendo molto discutere.
La famiglia affrontava la quotidianità senza servizi: acqua, energia elettrica, scuola. La prima segnalazione, che ha portato la situazione all’attenzione dei giudici, segue un fatto specifico, avvenuto il 23 settembre 2024: un’intossicazione alimentare, per avere mangiato funghi raccolti nel bosco, e conseguente ricovero dei bambini. Di qui è partita la segnalazione alla Procura per i minorenni dell’Aquila.
Il tribunale per i Minorenni sempre dell’Aquila ha infine disposto la sospensione della potestà genitoriale, separando i genitori dai tre figli, due gemelli di 6 anni e una bambina di 8. Come hanno scritto i giudici «la situazione descritta nella relazione dei servizi sociali e in quella dei carabinieri manifestava indizi di preoccupante negligenza genitoriale, con particolare riguardo all’istruzione dei figli e alla loro vita di relazione».
Ne è seguito l’intervento della politica, con Meloni, Salvini, Nordio, dell’Associazione nazionale magistrati, e di svariati psicologi: alcuni, interpellati, hanno messo in guardia sui rischi dell’allontanamento per i bambini. La polemica si è subito aperta anche sul web, ora inquinata dalle minacce contro la giudice.
Associazione magistrati: «Famiglia ha disatteso le prescrizioni»
Dopo gli insulti, interviene con una nota l’Associazione italiana dei magistrati per i Minorenni e la famiglia: «I giudici presso il tribunale per i Minorenni – scrive l’associazione – hanno il dovere di intervenire tutte le volte in cui esistono concreti e attuali motivi per ritenere compromessi, o anche solo messi a rischio, i diritti fondamentali dei minori». «Rammentiamo che il maltrattamento dell’infanzia – prosegue l’associazione – spesso si esprime non solo attraverso condotte violente ma anche in forme di trascuratezza gravi e protratte nel tempo che, secondo quanto gli specialisti della tutela dell’infanzia hanno ampiamente provato, costituiscono causa di danni gravi e irreversibili allo sviluppo psicofisico di un bambino, meno espliciti ma spesso anche più pervasivi».
«Osserviamo – continua l’Aimmf – che l’allontanamento è stato disposto secondo criteri di gradualità ed ha costituito extrema ratio dovuta all’inefficacia dei rimedi precedenti, dal momento che la decisione del 20 novembre scorso è stata adottata dopo un periodo di osservazione e sostegno, protrattosi oltre un anno, durante il quale le prescrizioni del tribunale sono state sistematicamente disattese dai genitori e ribadiamo che tutte le decisioni giudiziali sono assunte dalla magistratura nell’esercizio autonomo delle proprie funzioni e trovano nel processo i necessari mezzi di impugnazione».
Manifestazione a Roma
Intanto, chi appoggia la scelta della coppia organizza iniziative di sostegno. Tra le altre, è stata organizzata anche una manifestazione di solidarietà, il prossimo 6 dicembre a Roma, davanti alla sede del ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità. Amici e conoscenti del nucleo familiare hanno deciso di portare in piazza la protesta, e contemporaneamente è stata lanciata una petizione online, la seconda, contro una «misura estrema che sembra basata su una valutazione culturale dello stile di vita dei genitori». «Questo caso – scrivono gli organizzatori – non riguarda solo una famiglia del bosco, riguarda tutti noi».
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23 novembre 2025 ( modifica il 23 novembre 2025 | 17:46)
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