C’erano anche le sorelle Emilia e Giuseppina Marsini di Lucca tra le oltre trecento ‘fotografiste’ che dal 1839 al 1939 parteciparono attivamente allo sviluppo e alla diffusione del mezzo fotografico in Italia. Le loro storie – come le altre – sono state riscoperte da un gruppo di ricerca guidato proprio dalla Scuola Imt e dall’Accademia di belle arti di Brera che per due anni ha studiato i materiali di molti e diversi archivi, recuperando scatti e volti di professioniste dimenticate.

“Donne che gestivano studi fotografici, che lavoravano in camera oscura, che insegnavano, che sperimentavano con il mezzo fin dai suoi albori. La storia della fotografia è stata in gran parte scritta senza di loro. Non perché non ci fossero, ma perché il loro lavoro era facile da trascurare, minimizzare, dimenticare”, ha detto Linda Bertelli, coordinatrice scientifica della ricerca, intervenendo al convegno internazionale ‘Women in photography: practitioners, labourers, entrepreneurs in a global perspective (1839–1939)’, evento conclusivo del progetto che rientrava nell’ambito del Next Generation Eu.

Progetto che ha ricostruito, ad esempio, la storia dello studio fotografico milanese G.B. Ganzini, fondato nel 1862 da Giovanni Battista Ganzini, che fu, alla sua morte, diretto per decenni da Carlotta Rovelli insieme alla figlia Udina e al secondo marito, il fotografo Rodolfo Gabriel, responsabili di alcune delle prime campagne sistematiche sulle collezioni della Pinacoteca di Brera, del Museo del Risorgimento e del Museo Poldi Pezzoli. Negli archivi della Toscana, sono poi emersi i dettagli della presenza delle già citate sorelle Emilia e Giuseppina Marsini che gestivano uno studio a Lucca almeno dal 1870 – e un secondo ne aprirono a Livorno, dopo il trasferimento della famiglia, rappresentando un precoce esempio di imprenditorialità femminile nel settore.

Nonostante alcune nuove ricerche, il ruolo della donna nella storia della fotografia resta infatti ancora poco esplorato, soprattutto nel periodo che va dall’invenzione del mezzo fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Il progetto ‘Fotografiste’ ha quindi cercato di restituire visibilità al lavoro delle donne che, nel primo secolo della fotografia, hanno contribuito in modo determinante alla sua evoluzione con l’obiettivo di riportare alla luce figure dimenticate o trascurate e rivedere le narrazioni storiche tradizionalmente incentrate su fotografi e imprese maschili. Ma altre ancora potrebbero essere rimaste nascoste negli archivi.

Jessica Quilici