Marianna e Marco Morandi.

Marianna e Marco Morandi.

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Portare il cognome Morandi è stato un peso, ma anche un privilegio. Dopo un lungo percorso interiore, i figli di Gianni hanno finalmente accettato il loro retaggio.

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  • Marianna e Marco Morandi raccontano di aver fatto pace con il «peso» e il privilegio del loro cognome, dopo anni di analisi e lavoro su sé stessi.
  • Descrivono Gianni come un padre molto esigente, che da piccoli li spingeva ai classici e li mandava a letto senza cena se gli spettacoli casalinghi non erano all’altezza.
  • Oggi però il rapporto è cambiato: una telefonata con un «Ti voglio bene» per Marianna e un «bravo Marco» urlato a teatro per il figlio segnano la loro riconciliazione emotiva con il padre.

«Essere un Morandi ha sempre significato portare un fardello pesante, ma anche un privilegio», afferma Marianna Morandi in un’intervista rilasciata insieme al fratello Marco al settimanale «Oggi».

Dopo un lungo viaggio interiore, i due hanno finalmente trovato la pace con il loro cognome, anche se il percorso è stato costoso in termini di parcelle mediche.

Entrambi figli del matrimonio tra Gianni Morandi e Laura Efrikian, durato dal 1966 al 1979, Marianna e Marco sono ora impegnati in un recital autobiografico intitolato «Benvenuti a casa Morandi».

Un padre esigente

Ricordano il padre come un genitore esigente: «Da bambini, invece delle fiabe, dovevamo leggere i classici della letteratura. E quando i nostri spettacoli casalinghi non andavano bene, papà ci mandava a letto senza cena».

Tuttavia, con il tempo, anche Gianni si è ammorbidito. Marianna racconta di una recente telefonata in cui il padre le ha detto: «Ti voglio bene Marianna, avevo bisogno di dirtelo», una frase che per lei vale più di trent’anni di analisi.

Marco, invece, ha trovato la sua strada senza cercare l’approvazione del padre, ma ricorda con gioia il momento in cui Gianni gli ha urlato «bravo Marco» durante uno spettacolo su Rino Gaetano. Questo riconoscimento ha rappresentato una soddisfazione personale per lui.