di
Rosanna Scardi
L’attore foggiano compare nella terza stagione della serie Sky: «Con “Schermi cinema multipiazza” ho portato il grande cinema nelle strade della mia città. Come ho iniziato a recitare? Ero scarso in matematica…»
Gianmarco Saurino entra nel cast della nuova stagione di Call my agent – Italia, la serie che racconta l’universo degli agenti dello spettacolo e del cinema. L’attore foggiano, romano d’adozione, è apprezzato dal grande pubblico per essere stato, tra i tanti ruoli, uno dei medici di Doc – Nelle tue mani e per aver interpretato nella fiction Per Elisa – Il caso Claps il fratello, Gildo, della ragazza scomparsa a Potenza il cui corpo fu ritrovato 17 anni dopo nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. I nuovi episodi di Call my agent sono disponibili su Sky e in streaming su Now.
Saurino, ci parli del suo personaggio.
«Sono un agente, Cristian Macaluso. Lavoro per una potente agenzia che gestisce i più grandi attori e cantanti negli Stati Uniti; arrivo in Italia per gestire la transazione per l’acquisizione dell’agenzia Cma. Da lì partono giochi di potere, trattative e manipolazioni. Per la prima volta, non interpreto un personaggio caldo e accogliente, bensì l’antagonista. Decisivo è l’incontro con Lea (l’attrice Sara Drago, ndr), agente di talento, a un appuntamento inaspettato poiché da quell’incontro scaturiranno conseguenze inaspettate».
Qual è la sua esperienza da lavoratore dello spettacolo?
«Ho lo stesso agente da dieci anni. Abbiamo un rapporto idilliaco. L’idea di entrare nella serie mi ha divertito subito. Mi piace guardare il nostro mondo da un altro punto di vista».
A quale ruolo è più legato?
«Gildo Claps. La fiction dedicata a sua sorella Elisa è stata uno spartiacque nella mia vita, una delle cose più belle che ho potuto fare, al di la del Nastro d’argento che fa più che altro bene all’ego. Sono felice di poter essere stato un mezzo per narrare una storia importante al pubblico e, insieme al regista Marco Pontecorvo e agli altri attori, di aver restituito l’amore verso questa famiglia ignorata per trent’anni».
Lei si definisce un attore politico: cosa significa?
«Ci sono temi che fin da ragazzo mi stanno a cuore come i fenomeni migratori, i diritti delle donne, delle persone lgbtqi+, la questione israelo-palestinese. Questioni che non possiamo far finta che non ci siano. Fare l’artista vuol dire avere anche una visione politica: è un’accezione che va al di là delle bandiere, una coscienza personale».
Nel podcast “Ellissi”, prodotto da Amnesty, dà voce a chi ha subìto violazioni dei diritti umani. Chi l’ha colpita di più?
«Nell’ultima serie racconto storie di vittime della violenza di Stato: Gabriele Sandri, Mauro Guerra e Davide Bifolco. Mi ha colpito Davide, ucciso a 16 anni a casa sua, nel rione Traiano di Napoli, scambiato per un latitante da un carabiniere; e la morte per crepacuore del fratello pochi giorni dopo la pronuncia della sentenza di secondo grado. Al di là dei casi Cucchi, Aldrovandi, ci sono tante vittime che dimentichiamo. E se lo Stato è responsabile, lo siamo tutti».
Lei ha studiato al liceo scientifico Volta di Foggia. Cosa l’ha portata alla recitazione?
«Ero scarso in matematica… Scherzi a parte, mi sono innamorato della recitazione grazie alla compagnia del Teatro dei Limoni. Poi a Roma ho studiato al Centro sperimentale di cinematografia».
Torna spesso a Foggia?
«Il 6 e 7 dicembre sarò al teatro Giordano per lo spettacolo Scandalo di Ivan Cotroneo, in cui condivido il palco con Anna Valle; prima sarò a Fasano il 2 dicembre, a Lecce la sera dopo, il 4 a Francavilla Fontana e il 5 a Cerignola. In estate ho portato a Foggia Schermi cinema multipiazza: uno schermo sul fianco di un furgone e i quartieri si sono trasformati in arene. Ogni sera c’erano ospiti speciali: Vanessa Scalera, Anna Foglietta (in collegamento), Mauro Lamanna, Dario Aita, Pilar Fogliati, Maria Chiara Giannetta. Questo è fare politica come intendo io».
La sua città è prima in Puglia per quantità di reati.
«Lo Stato è mancato e la mafia ne ha preso il posto. Ma ci sono tante associazioni che combattono, lavorano sul territorio. Purtroppo, fa più eco la notizia di una bomba che tira giù una serranda che 800 spettatori in piazza a vedere un film di Ettore Scola».
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23 novembre 2025
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