La giornata odierna passerà agli annali della meteorologia alpina come una delle più fredde mai registrate per il periodo autunnale. Francia orientale e Svizzera hanno vissuto un episodio di gelo eccezionale, con temperature che in alcune località hanno raggiunto valori tipicamente associati al cuore dell’inverno o addirittura a condizioni sub-artiche. Un evento meteorologico di questa portata nel mese di novembre rappresenta un’anomalia significativa che ha attirato l’attenzione della comunità scientifica e degli appassionati di meteorologia in tutta Europa.
La Francia orientale sotto zero estremo
Il territorio francese ha registrato alcuni dei valori termici più impressionanti di questa ondata di freddo. La località di Les Pontets, situata a 1.008 metri di altitudine nel massiccio del Giura, ha toccato la temperatura di -27,6°C, stabilendo il nuovo record tra i centri abitati della Francia per questa nottata storica. Si tratta di un valore straordinario, che testimonia l’intensità del raffreddamento notturno che ha interessato le zone montane del paese.

Les Pontets, pur essendo una località relativamente piccola, è dotata di una stazione meteorologica affidabile che ha documentato questo evento eccezionale. La presenza di abitazioni e infrastrutture rende questo dato particolarmente significativo, poiché dimostra che non si è trattato di un fenomeno limitato alle sole aree disabitate o alle stazioni meteorologiche isolate, ma di un’ondata di freddo che ha investito direttamente le comunità montane.
Tuttavia, i valori più estremi sono stati registrati in quelle particolari conformazioni geografiche note come “doline” o “conche fredde“, aree depresse del terreno dove l’aria gelida tende a ristagnare durante le notti serene, creando vere e proprie “tasche di gelo”. La località di Mignovillard, nel sito specifico denominato Combe Noire, situato a 1.025 metri di quota, ha fatto segnare un impressionante -29,6°C. Questa temperatura si colloca tra le più basse mai misurate in Francia durante il mese di novembre.
Anche la località di La Chapelle-en-Vercors, nel cuore del massiccio del Vercors, ha contribuito a questo quadro di freddo eccezionale con una minima di -28,4°C. Il Vercors, noto per i suoi paesaggi alpini e per la sua importanza storica durante la Seconda Guerra Mondiale, ha dimostrato ancora una volta di essere una delle zone più fredde della Francia quando si verificano condizioni di inversione termica pronunciata.
Ma l’aspetto forse più sorprendente di questa ondata di gelo riguarda le temperature registrate anche a quote relativamente basse. La città di Colmar, situata in Alsazia a soli 211 metri sul livello del mare, ha fatto segnare -10,6°C, un valore eccezionalmente basso per novembre e uno dei più freddi registrati nella città negli ultimi decenni. Questo dato sottolinea come il fenomeno non abbia interessato solo le vette alpine, ma abbia esteso i suoi effetti anche alle pianure e vallate dell’est della Francia.
Svizzera: il primato di Sägistalsee
Se i valori francesi sono stati impressionanti, quelli registrati in territorio svizzero hanno raggiunto livelli ancora più estremi. La stazione meteorologica di Sägistalsee, situata in una dolina alpina particolarmente predisposta all’accumulo di aria fredda, ha misurato una temperatura minima di -36,8°C. Si tratta di un valore che normalmente ci si aspetterebbe di trovare nelle regioni artiche o sub-artiche, non certo sulle Alpi in novembre.

Sägistalsee è da tempo nota agli esperti di microclimatologia alpina come una delle località più fredde della Svizzera e dell’intero arco alpino. La particolare conformazione del terreno crea quella che i meteorologi chiamano una “frost pocket“, letteralmente una “tasca di gelo”: durante le notti serene e senza vento, l’aria fredda, più densa di quella calda, scivola lungo i pendii circostanti e si accumula nella conca, dove può raggiungere temperature estremamente basse per effetto dell’inversione termica.
Il fenomeno dell’inversione termica si verifica quando, contrariamente alla normale diminuzione della temperatura con l’altitudine, si crea una situazione in cui gli strati d’aria più freddi si trovano in basso e quelli più caldi in alto. Questo accade tipicamente durante notti serene, con assenza di vento e dopo nevicate che hanno raffreddato il suolo. In queste condizioni, il terreno perde rapidamente calore per irraggiamento verso l’atmosfera, raffreddando a sua volta lo strato d’aria immediatamente sovrastante.
Ma non è solo Sägistalsee ad aver registrato valori eccezionali. La località di La Brévine, nota come il “polo del freddo svizzero” e situata nel cantone di Neuchâtel, ha toccato -26,3°C. Questo valore acquisisce un significato particolare quando lo si inserisce nel contesto storico: si tratta dell’undicesima temperatura più bassa mai registrata a La Brévine nel mese di novembre dal 1959, anno di inizio delle rilevazioni sistematiche nella località.
La Brévine ha una lunga tradizione di record di freddo. La sua particolare posizione geografica, in una valle chiusa del Giura svizzero a circa 1.040 metri di altitudine, la rende particolarmente vulnerabile agli episodi di freddo intenso. Durante l’inverno, non è raro che La Brévine registri le temperature più basse dell’intero paese, talvolta scendendo sotto i -40°C nei casi più estremi. Il fatto che la temperatura del 23 novembre si collochi tra le prime undici più basse di novembre in oltre 65 anni di osservazioni sottolinea la straordinarietà di questo evento.