Al Giro Ciclistico della Valle d’Aosta si è affacciato il talento di Mateo Pablo Ramirez, corridore che arriva dall’Ecuador con il volto da bambino ma gambe forti. Sulle montagne si trova bene e al primo anno tra gli under 23 ha già fatto vedere di trovarsi a suo agio. Il primo squillo importante è arrivato a inizio anno, nel suo Ecuador, quando ha conquistato il terzo posto nella prova in linea del campionato nazionale riservata agli elite, alle spalle Jhonatan Narvaez e Jefferson Cepeda. Uno squillo che non è passato in secondo piano e che ha acceso i riflettori sul suo talento.
Di lui si era già accorta la UAE Emirates che lo aveva messo nell’orbita del devo team. Una volta capito che il talento era pronto a sbocciare e trovato lo spazio per farlo correre, Joxean Matxin non ci ha pensato due volte a inserirlo nel programma di sviluppo della formazione numero uno al mondo.
Mateo Pablo Ramirez ha esordito in Italia al Giro del Medio Brenta ottenendo il quarto posto (foto Instagram)
Mateo Pablo Ramirez ha esordito in Italia al Giro del Medio Brenta ottenendo il quarto posto (foto Instagram)
L’esordio in Italia
Il talento ciclistico di Mateo Pablo Ramirez è maturato in Spagna, terra che lo ha accolto e dove ha corso nei due anni da juniores e in questi primi mesi da under 23. Nelle varie corse a tappe nelle quali ha preso parte si era messo in mostra dando filo da torcere anche a corridori come Adrià Pericas, suo compagno di squadra ora nel UAE Team Emirates Gen Z.
«Il Giro della Valle d’Aosta – ci ha raccontato il giovane ecuadoriano – è stata la mia prima corsa a tappe in Italia. Avevo già corso in altre gare (Giro del Medio Brenta, terminato al quarto posto e Giro dell’Appennino, ndr) e sono andato bene. Sono state esperienze difficili, soprattutto in Valle d’Aosta dove le tante salite mi hanno lasciato senza energie nel finale. Una corsa dura ma mi è piaciuta molto».
Al Giro della Valle d’Aosta sono emerse le sue qualità di scalatore
Al Giro della Valle d’Aosta sono emerse le sue qualità di scalatore
Qual è stata la parte più difficile?
Il ritmo in gara e il livello degli avversari. Per un ragazzo che arriva dal Sud America non è mai facile adattarsi al ciclismo europeo. Da questo punto di vista i due anni in Spagna mi hanno dato una grande mano.
Quali sono le principali differenze?
Si va più forte e il gruppo è numeroso, quindi servono grandi abilità di guida per riuscire a competere ad alti livelli, non basta solamente pedalare forte.
Sei entrato nel UAE Team Emirates Gen Z dall’1 giugno, ti sei trovato bene?
Sì, mi seguivano già dal campionato nazionale di inizio febbraio. Già quando ero juniores ho avuto modo di vedere le mie qualità ma quest’anno sento di aver fatto un passo in avanti.
Mateo Pablo Ramirez in Ecuador ha subito fatto capire di essere pronto per correre a un livello superiore (foto Instagram)
Mateo Pablo Ramirez in Ecuador ha subito fatto capire di essere pronto per correre a un livello superiore (foto Instagram)
Chi è il tuo idolo, il corridore a cui ti ispiri?
Sono due: uno è Tadej Pogacar e l’altro Jhonatan Narvaez, veniamo entrambi dall’Ecuador e siamo molto amici ed è una bravissima persona. Ho avuto modo di allenarmi con lui a gennaio, durante la preparazione, è impressionante perché va davvero forte ma ci siamo divertiti.
Come hai iniziato ad andare in bici?
Durante la pandemia, nel 2020, insieme a mio papà. E’ un appassionato di mountain bike e mi ha portato con lui. Sono passato poi a correre su strada grazie al mio allenatore Ernesto Valdez. A me piace molto di più il ciclismo su strada perché in Ecuador abbiamo tante salite ed è divertente pedalare.
Il secondo posto finale al Giro del Valle d’Aosta dietro a Jarno Widar gli è valso la maglia bianca di miglior giovane
Il secondo posto finale al Giro del Valle d’Aosta dietro a Jarno Widar gli è valso la maglia bianca di miglior giovane
L’occhio del preparatore
Il talento di Mateo Pablo Ramirez è passato sotto lo sguardo attento di Giacomo Notari, suo preparatore ora che è arrivato nel UAE Team Emirates Gen Z.
«Avevamo già avuto modo di conoscerlo nei mesi passati – ci dice – e si erano subito notati dei valori molto interessanti. Chiaramente il dubbio era sull’adattamento al ciclismo europeo ma Ramirez ha fatto vedere di riuscire a entrare subito in questi meccanismi. C’era stata anche la possibilità di vederlo al Giro Next Gen ma non abbiamo voluto accelerare il processo di adattamento.
«E’ un corridore forte ma con ampi margini di miglioramento, soprattutto negli sforzi brevi e intensi. Quando siamo stati in ritiro con la squadra abbiamo avuto modo di vedere certe doti atletiche che gli permettono di fare la differenza, come il fatto di non soffrire certe altitudini. Siamo curiosi di vederlo al Tour de l’Avenir e di poterci lavorare insieme il prossimo anno per capire quali sono i margini di crescita che sembrano davvero promettenti».