Il GP di Las Vegas ha sugellato l’ennesimo weekend da dimenticare per la Ferrari. I piloti della Scuderia per l’occasione hanno indossato tute, divise e cappellini fatti di tre diverse tonalità di rosso per omaggiare i 20 anni di partnership con Puma, sponsor della squadra modenese dal 2005. L’amaranto delle serate di galà, già sfoggiato in occasione del Gran Premio numero 1000 della Scuderia in Formula 1 al Mugello nel 2020, si è unito al rosso della monoposto F2007, con la quale Kimi Raikkonen vinse l’ultimo titolo piloti e quello della F2008 che sancì il trionfo nel campionato costruttori nella stagione successiva. Il Gran Premio andato in scena tra i muretti americani ha aperto un ultimo trittico di gare consecutive, con la doppia sfida del Qatar e poi l’ultima del 2025 ad Abu Dhabi.
Il tracciato cittadino di Las Vegas è stato inaugurato nel 2023, segnando il ritorno della Formula 1 nella città del Nevada a 41 anni dall’ultima corsa disputata nel parcheggione del Caesars Palace. Su un circuito composto da tre veloci rettilinei, il più lungo del calendario, si superano i 240 km/h di media. I migliori driver al mondo spalancano il gas per una breve accelerazione fino a Curva-1 per poi inserirsi in una parte mista. Dopo la chicane di Curva-7, inizia un tratto di pura velocità. Le monoposto imboccano Curva-10 a tavoletta, poi la 12, e affrontano il rettilineo di 1,9 km lungo la famosa Strip della Città che non dorme mai, arrivando a oltre 350 km/h prima della frenata decisa per le Curve-14-15-16 in rapida successione. L’ultimo allungo riporta sul traguardo a completare i 6,201 chilometri del circuito illuminato a giorno, affrontati 50 volte.
La mancanza di grip, su fondo bagnato nel deserto del Nevada, ha sconvolto i piani di Leclerc e Hamilton. Le qualifiche sono cominciate con una pioggia leggera e la maggior parte dei piloti, compresi i ferraristi, hanno iniziato a girare con gomme intermedie. Dopo poco le mescole wet erano diventate la scelta più logica e tutti i driver hanno effettuato il cambio. Charles ha rischiato di non passare il taglio per un tempo cancellato per il superamento dei track limit, mentre Lewis è rimasto ostacolato, anche a causa di diverse bandiere gialle, e ha subito l’umiliazione dell’eliminazione da ultimo. L’asfalto era molto scivoloso e tutti faticavano a tenere in traiettoria le monoposto, ma il numero 44 non sembra più quel mago della pioggia che aveva fatto la differenza ai tempi della McLaren e della Mercedes.
Charles Leclerc ha concluso le qualifiche in nona posizione con una totale mancanza di handling della SF-25. Una partenza dalla quinta fila è stata accolta con un team radio rovente: “Oh mio Dio, che imbarazzo. Fo**utamente imbarazzante, ca**o. Non capisco come si possa essere così fuori ritmo. Non c’è aderenza, zero aderenza ca**o!“. Dal muretto della Ferrari non è arrivata alcuna replica, con il monegasco che, infuriato per il risultato finale della sessione, ha imboccato mestamente la corsa dei box. La Rossa continua a essere un rebus sul bagnato, ma non da questa annata. Leclerc lo ha sottolineato subito dopo le qualifiche, rispondendo alle critiche del presidente John Elkann. Quest’ultimo ha invitato i suoi piloti a parlare di meno e concentrarsi di più sulla guida, difendendo il lavoro dei tecnici. La verità è che Hamilton e Leclerc non possono fare miracoli su vetture non competitive.
L’attenzione dei fan della F1 si è spostata tutta sulla sfida al vertice tra i piloti papaya e Max Verstappen. Lando Norris ha siglato una pole d’applausi, la terza di fila, confermando un ottimo stato di forma. L’alfiere di punta della Red Bull Racing ha estratto il massimo potenziale dalla RB21. Piastri è stato beffato anche da Carlos Sainz e George Russell. Allo spegnimento dei semafori il leader della classifica della McLaren ha chiuso ogni traiettoria interna, perdendo di vista il punto di staccata. Norris è finito lungo e ha dato la possibilità di sorpasso a Verstappen e Russell. L’inglese ha avvertito la pressione ed è stato beffato anche alla fine, con la squalifica che gli ha sottratto una seconda posizione che si era dovuto sudare.
Max Verstappen ha condotto una gara solitaria, senza mai essere inquadrato. L’olandese ha sfruttato le debolezze degli avversari per riproporsi al secondo posto della classifica, a pari merito con Piastri, squalificato a sua volta per l’eccessivo consumo del plank. Il figlio d’arte di Jos ha conquistato il sesto successo stagionale, davanti a Russell e Antonelli. Leclerc è arrivato quarto, dopo una buona rimonta, ma a oltre 30 secondi dal vincitore. Lewis Hamilton ha concluso ottavo.
I top 3
Max Verstappen: 9 – Non è riuscito a strappare la pole position al leader della classifica, ma la prima posizione l’ha colta subito in Curva-1. Con il doppio zero delle McLaren si è portato a -24 dalla vetta, ma pesano i mancati sorpassi a Leclerc e Antonelli nelle precedenti gare. Dovrà essere perfetto nella doppia sfida in Qatar per rosicchiare più punti possibili in vista della battaglia finale di Abu Dhabi. A Las Vegas ha conquistato la seconda delle tre edizioni disputate.
George Russell: 8 – Con un sorpasso da antologia all’esterno ha scavalcato il favorito alla conquista del titolo mondiale al primo giro. Le McLaren si sono autoeliminate poi con il problema al fondo causato dal porpoising, ma grandi meriti vanno all’inglese che ha ipotecato, grazie anche alla medaglia di bronzo di Kimi Antonelli (7), il secondo posto della Stella a tre punte in classifica costruttori.
Charles Leclerc: 7,5 – Ha dato tutto ma non è bastato per arrivare a podio. Una pessima qualifica e una strategia non ideale lo hanno penalizzato a Las Vegas. Avrebbe potuto serenamente ottenere un ottimo risultato, ma come al solito in Ferrari hanno palesato dei limiti preoccupanti. La Scuderia non merita il secondo posto e forse nemmeno un pilota talentuoso e paziente come Leclerc.
I flop 3
Yuki Tsunoda: 4 – Terzultima gara della carriera in Red Bull Racing e forse anche in Formula 1. Il giapponese ha concluso a quasi 1 minuto e mezzo dal compagno di squadra. La sua incapacità al volante della RB21 gli costerà cara.
Alexander Albon: 3 – Altro tentativo di rimonta e altro ritiro. Pessima manovra su Hamilton e siamo arrivati alla sesta gara di fila fuori dalla zona punti. Sainz lo sta bastonando in questo finale di stagione.
McLaren: 2 – Con una nota ufficiale il team di Woking ha spiegato:
“Durante la gara, entrambe le vetture hanno subito un inaspettato e elevato livello di porpoising, non riscontrato nelle sessioni di prove libere, che ha portato a un contatto eccessivo con il terreno. Stiamo indagando sulle ragioni di questo comportamento della vettura, compreso l’effetto dei danni accidentali subiti da entrambe le monoposto, che abbiamo riscontrato dopo la gara e che hanno portato a un aumento del movimento del fondo. Come ha osservato la FIA, la violazione non è stata intenzionale, non c’è stato alcun tentativo deliberato di aggirare il regolamento e sussistevano anche circostanze attenuanti”.
Errori, a titolo costruttori già acquisito, che potrebbero pesare come un macigno nella testa dei piloti nelle prossime due uscite. Piastri si è preso una ruotata al via e Norris ha perso posizioni, ma il doppio zero non è una responsabilità dei papaya boys. Tutto può ancora accadere, ma in McLaren sentiranno ancor di più la pressione di Verstappen.