L’analisi di Fcinter1908.it all’indomani della sconfitta nerazzurra nel derby contro il Milan
Non basterà di certo soffermarsi sulla gratificazione del sole che sorge ancora all’indomani di Inter-Milan per mettere da parte la delusione per la sconfitta. Per come è maturata, ancor di più. Perché nei corridoi del Meazza, a fine primo tempo, col risultato ancora bloccato, in molti già erano certi di come sarebbe andata a finire. Sembrava un copione già scritto, figlio dell’inconcludenza dell’Inter nel primo tempo che già prestava il fianco all’imposizione della legge più vecchia di questo sport che tutti amiamo. Ci avrà riso su amaramente anche Max Pezzali, che ha riassunto il concetto di ‘gol sbagliato, gol subito’ in un testo che ha scalato le hit negli anni ‘90 fino a spazzare via la concorrenza agguerrita.
Proprio quello che l’Inter negli ultimi anni non è riuscita a fare. Ha vinto uno scudetto in carrozza quando era palesemente più forte delle altre, rispettando il pronostico. Nei testa a testa, invece, ha sbandato fino a uscire di strada contro Milan prima e Napoli poi. Quest’anno si stanno creando presupposti d’incertezza piuttosto simili, per cui a livello mentale prima di tutto dovrà fare un balzo in avanti. Chissà se basterà l’appello alla leggerezza di Chivu per affrontare nel modo giusto l’avvicendarsi di impegni e situazioni. L’obiettivo è senz’altro rimanere lucidi lungo il cammino, consolidando i punti di forza e provando a lavorare sui limiti tecnici e di mentalità.
Il campo ieri ha premiato un approccio totalmente opposto. Nel lungo periodo vedremo come andrà a finire. Nel breve, a cominciare da mercoledì, bisognerà ritrovare la bravura di assorbire in fretta il colpo che l’Inter ha già mostrato di possedere in stagione. Provando a riprendersi le certezze perdute, a partire dal custode della porta (su cui bisognerà interrogarsi), e a cancellare quel senso di déjà vu che rimane dopo il rigore parato da Maignan a Calhanoglu. Stessa giornata di campionato, stessa porta e minuto di quello di Inter-Napoli dell’anno scorso. Il dio del calcio sa essere perfido e beffardo.
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