(di Gina Di Meo)
Da E.T. a Alien, King Kong o
Profondo Rosso, New York rende omaggio ad re degli effetti
speciali Carlo Rambaldi con una retrospettiva al Museum of
Modern Art (MoMa). Intitolata semplicemente ‘Carlo Rambaldi’, la
rassegna, in collaborazione con la Direzione Generale Cinema e
Audiovisivo del Ministero della Cultura e Cinecittà, coincide
anche con il centenario della nascita del tre volte premio Oscar
effettista e artista italiano. Si svolgerà dal 10 al 24 dicembre
e prevede 15 film che ne celebrano l’intera carriera, tra cui
sei grandi produzioni hollywoodiane e quattro titoli italiani
recentemente restaurati da Cinecittà, ‘Profondo Rosso’ (1975) di
Dario Argento, ‘Estratto dagli archivi segreti della polizia di
una capitale europea’ (1972) di Riccardo Freda, ‘Scacco alla
regina’ (1969) di Pasquale Festa Campanile e ‘Frankenstein ’80’
(1972) di Mario Mancini. Questi ultimi due proiettati al MoMA
per la prima volta in versione restaurata 4K. Profondo Rosso
sarà anche il film della serata di apertura. “Ci siamo
incontrati al mio primo film – ha detto Dario Argento a
proposito della loro lunga collaborazione – da allora abbiamo
sempre lavorato insieme… È stata una collaborazione
meravigliosa, un terreno di avventure straordinarie”.
Nato nel 1925 a Vigarano Mainarda, vicino Ferrara, Rambaldi,
scomparso nel 2012, studiò pittura e scultura all’Accademia di
Belle Arti di Bologna prima di entrare nel cinema negli anni
’50. Il suo primo grande progetto, in cui diede prova delle sue
capacità, un drago di sedici metri realizzato per ‘Sigfrido’
(1957). Nel corso degli anni ’60 e ’70, divenne indispensabile
ai cineasti più innovativi d’Italia. Lavorò con Dario Argento a
Profondo Rosso e Quattro mosche di velluto grigio (1971),
creando effetti meccanici che amplificavano la tensione
psicologica. Si consacrò quindi come maestro tanto delle
creature fantastiche quanto di un realismo inquietante e mentre
molti suoi contemporanei si affidavano a trucchi ottici e
miniature, Rambaldi fu un pioniere di sistemi animatronici
completamente articolati, basati sull’accuratezza anatomica e
sulla precisione idraulica.
A Hollywood il suo lavoro gli valse tre Premi Oscar, per King
Kong (1976) in cui progettò un gorilla animatronico a grandezza
naturale, Alien (1979) per il quale realizzò lo xenomorfo ideato
da H.R. Giger e per E.T. l’extra-terrestre (E. T. the
Extra-Terrestrial) (1982) dove creò uno dei personaggi più
riconoscibili e amati della storia del cinema. “Siamo
immensamente orgogliosi dell’entusiasmo straordinario che in Usa
accompagna la celebrazione di uno dei più illustri artisti
italiani nel centenario della sua nascita. Onorare Carlo
Rambaldi attraverso un’iniziativa come questa evidenzia il suo
profondo contributo al cinema mondiale”, ha detto Lucia
Borgonzoni, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura.
“Se il cinema è il regno della magia, allora gli artisti degli
effetti speciali sono i maghi. Da un Kong alto dodici metri agli
orrori intrisi di sangue, fino all’alieno più gentile mai
apparso sugli schermi terrestri, Carlo Rambaldi ha creato e
costruito personaggi destinati a vivere per sempre nella storia
del cinema”, ha sottolineato Rajendra Roy del MoMa. Daniela
Rambaldi, presidente della Fondazione Carlo Rambaldi,
riflettendo sull’eredità del padre, ha detto, “Per mio padre il
cinema non è mai stato solo intrattenimento, ma un ponte tra
sogno e realtà… Vedere oggi il suo lavoro celebrato al MoMa è
un momento di profondo orgoglio e gratitudine”.
L’anno prossimo, il maestro italiano avrà una stella a lui
dedicata sulla Hollywood Walk of Fame.
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