A Kiev e nelle altre città ucraine si vivono ciclicamente notti di paura a causa dei bombardamenti dei russi. Con i droni e i missili puntano a distruggere le infrastrutture energetiche, ma spesso colpiscono anche condomini abitati da civili. Il bilancio di uno dei più sanguinosi e recenti attacchi, nella cittadina dell’Ucraina occidentale chiamata Ternopil, è stato di 34 vittime, tra cui sei bambini. Eppure, nonostante la drammaticità di queste cifre, nelle ultime ore sembra quasi che l’esito di una guerra che si trascina da quasi quattro anni si decida a Est, in una città che prima dell’attacco russo aveva 60mila abitanti, e oggi è un susseguirsi di macerie dove si combatte casa per casa, strada per strada: Pokrovsk. Prendere quello snodo fondamentale dell’oblast del Donetsk consentirebbe a Mosca di mostrare come le pretese territoriali messe nero su bianco nel piano di pace in 28 punti concordato con l’amministrazione Trump siano supportate dall’andamento dei combattimenti sul campo di battaglia. Il testo concede l’intero Donbass, dunque i due oblast di Lugansk e Donetsk, al controllo russo.
FINZIONE E REALTÀ
Ma ad oggi nel Donetsk l’esercito di Mosca non ha ancora completato l’occupazione: una percentuale che oscilla tra il 12 e il 15 per cento è ancora nelle mani ucraine. La capitolazione di Pokrovsk, centro logistico fondamentale, aprirebbe la strada alla completa colorazione di rosso della mappa. Da settimane il Cremlino ripete che Pokrovsk è presa, che gli ucraini sono stati circondati, che il cerchio si è chiuso con il controllo anche della vicina Myrnohrad. D’altra parte si sa: questa è una guerra fatta anche di propaganda, di annunci, di anticipazioni di qualcosa che potrebbe succedere ma non è ancora avvenuto. Per questo Mosca sta mandando avanti gruppi di soldati isolati che issano bandiere sugli edifici, diffondono le foto, poco importa se ancora il reale controllo del terreno non c’è. Secondo l’Institute for the Study of the War (Isw), think tank indipendente americano, ad oggi «la situazione rimane seria e dinamica, mentre le forze russe continuano i tentativi di conquistare Pokrovsk e di accerchiare le forze ucraine a Myrnohrad (a Est di Pokrovsk)». L’Isw ribadisce la sua analisi: dopo 21 mesi probabilmente le forze russe completeranno la conquista di Pokrovsk e Myrnohrad «sebbene i tempi e le implicazioni operative di queste conquiste rimangano poco chiari in questo momento». Dunque, si usa ancora il tempo futuro: è qualcosa che sta avvenendo, non che è già avvenuto. E c’è un sacrificio che ha pochi precedenti in termini di perdite di vite umane nell’esercito russo, a dimostrazione dell’importanza dell’obiettivo. Va messo nel conto la superiorità numerica rilevante dei soldati di Mosca. I russi si affidano a costanti attacchi d’artiglieria e con bombe guidate per distruggere le fortificazioni nemiche, ma anche a tecniche più rudimentali, con piccoli gruppi di militari, vestiti da civili, che s’infiltrano nei vari quartieri e si mescolano ai pochi abitanti rimasti.
TELEGRAM
Come rispondono gli ucraini? Ieri le Forze d’Assalto Aviotrasportate di Kiev, su Telegram, hanno detto che stanno recuperando il centro di Pokrovsk. Si tratta però di un’affermazione che non può essere verificata.
Racconta il sito di Kyiv Independent: «”Le forze ucraine stanno liberando il centro di Pokrovsk dai soldati russi”, ha dichiarato l’esercito ucraino il 23 novembre. “Le nostre posizioni nel centro città vengono mantenute, gli scontri a fuoco sono in corso, ma il nemico non riesce a fortificarsi”, hanno scritto le Forze d’Assalto Aviotrasportate su Telegram. “Le forze di difesa stanno contenendo il nemico e stanno conducendo azioni di ricerca e distruzione per liquidare i russi a Pokrovsk”».
E si legge in un post dell’esercito ucraino: «Nei giorni scorsi, il Battaglione d’assalto separato Skala ha condotto un’operazione di bonifica dalla presenza nemica nell’area della stazione ferroviaria, del Collegio pedagogico Pokrovsk e di Piazza Sobornyi». L’Isw ricorda: «Il capo di stato maggiore ucraino, il maggiore generale Andriy Hnatov, ha dichiarato al quotidiano tedesco Die Zeit il 20 novembre che il comando militare russo ha ammassato un gran numero di truppe per prendere Pokrovsk e che ci sono circa 400 soldati russi all’interno della città. Le aree urbane sono più facili da difendere e più difficili da conquistare, con conseguenti elevate perdite russe. La task force operativa orientale ucraina ha riferito che le forze russe stanno mantenendo un’elevata intensità di attacchi e stanno concentrando principalmente gli sforzi sulla conquista di Pokrovsk stessa, nonostante le pesanti perdite che costringono il comando militare russo ad attingere alle riserve operative». In sintesi: i russi stanno provando la spallata finale a Pokrovsk, costi quel che costi.
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