Le tariffe Usa e i deludenti dati macro americani hanno fatto crollare i mercati finanziari del Vecchio Continente: l’indice paneuropeo Stoxx 600 è in calo dell’1,89%. A Piazza Affari sono andati persi 22 miliardi di euro
C’è di nuovo tensione tra le Borse, spaventate dagli effetti dei dazi di Donald Trump sull’economia e dai deludenti dati sull’occupazione americana. Il nervosismo sui listini europei è costato agli investitori 269 miliardi di euro di capitalizzazione: questo è il conto delle perdite subite dall’indice paneuropeo Stoxx 600, oggi in calo dell’1,89%. A Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha ceduto il 2,55%, sono andati persi 22 miliardi di euro. Male anche dall’altra parte dell’Oceano. Wall Street ha chiuso in forte calo: il Dow Jones cede l’1,23% a 43.588,58 punti, il Nasdaq perde il 2,24% a 20.650,13 punti, lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,60%% a 6.238,01 punti.
Borse in rosso
I dazi e il mercato del lavoro negli Stati Uniti sotto le attese si sono rivelati un mix micidiale per le Borse europee che archiviano l’ultima seduta della settimana in rosso. Parigi segna -2,91%, con il Cac 40 a 7.546 punti. Francoforte perde il 2,65%, con il Dax a 23.427 punti. Tiene Londra (-0,7% con il Ftse 100 a 9.608 punti).
Dati su occupazione Usa deludenti
Giù anche Wall Street con i rendimenti dei Treasury a 2 anni crollati di 23 punti base, con solo 73 mila posti di lavoro creati negli Stati Uniti, al di sotto delle stime degli analisti che si aspettavano un aumento di 100.000 posti. Dati che spingono gli operatori a incrementare le scommesse sul fatto che la Fed abbasserà i tassi di interesse già da settembre.
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Il peso dei dazi
“Probabilmente gli operatori speravano in una ulteriore proroga last minute sui dazi che non c’è stata”, scrivono nella loro ‘Daily’ gli analisti di Mps. Per l’Ue sono confermate le tariffe al 15%, con l’esenzione per alcuni settori. Il 15% è anche la tassazione concordata con Giappone e Corea del Sud mentre i prodotti in entrata dal Regno Unito avranno dazi del 10%. Tra i Paesi più colpiti spiccano la Svizzera (39%), il Sudafrica (30%) e l’India (25%). Le misure entreranno in vigore il 7 agosto e questo offre ai Paesi un’altra finestra per cercare di negoziarli. Una lente in più è sull’applicazione di tariffe al 35% a uno dei principali partner, come il Canada. Questo aumenta le pressioni al rialzo sui prezzi che già si sono viste con il dato di giugno dell’inflazione negli Usa misurata dall’indice Pce. In questo contesto recupera l’euro sul dollaro con la moneta unica che scambia 1,15 sul biglietto verde. Giù le materie prime con il prezzo del gas che scivola sotto i 34 euro, così come il petrolio con il wti a 67 dollari e il brent a 69 dollari al barile.
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Italia Viva attacca il governo
“La maggioranza, solo pochi giorni fa, ci faceva la lezioncina spiegando che di fronte ai dazi gli italiani dovevano stare tranquilli perché la Borsa saliva. Il senatore Malan ci diceva che, se davvero fossimo stati davanti a una catastrofe, il listino sarebbe crollato. Ecco, oggi le Borse europee bruciano 269 miliardi, 22 andati in fumo solo a Milano, e improvvisamente nessuno ha più nulla da dire. Niente dichiarazioni, non un tweet”, ha dichiarato la senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent. La vicepresidente della Commissione Industria e Attività produttive ha poi aggiunto: “Non solo sono lontani dai problemi dei cittadini e delle imprese, ora dimostrano di essere lontani anche dalla finanza. Altro che governo dei competenti, siamo al dilettantismo puro”.
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