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Emma e Giulia De Lellis lo definiscono un «gentiluomo». A differenza di diverse autorità, altri artisti e genitori che lo accusano di essere «troppo violento» per via dei suoi testi. La domanda sorge spontanea: quale dei due Tony Effe è reale? Non esiste nessun Dottor Jekyll e Mister Hyde, ma soltanto una persona che ancora «vuole migliorare», come lo stesso cantante romano ha raccontato al settimanale 7 del Corriere della Sera.
APPROFONDIMENTI
Tony Effe, 33 anni, è tornato a parlare dopo essere stato escluso alla festa di Capodanno organizzata dal Comune di Roma per le sue canzoni «troppo sessiste», che lo hanno poi portato a fare sold out al concerto del 31 dicembre al Pala Eur. In occasione del Festival di Sanremo, dove canterà tra i 30 big in gara, il rapper romano ha raccontato alcuni aneddoti legati alla sua infanzia e ha condiviso ciò che prova quando legge le critiche.
Un’infanzia da «bambino prodigio»
Nicolò Rapisarda, così Tony Effe all’anagrafe, ha vissuto la sua infanzia a Roma a rione Monti quando era ancora un «quartiere prevalentemente popolare».
Ha vissuto insieme alla mamma, cameriera in un hotel, al papà orafo e alla nonna materna. «A volte mamma s’innervosiva con mio padre perché voleva invitare le amiche a cena, ma con nonna in salotto era complicato», ha raccontato il cantante.
Il suo percorso nel mondo dello spettacolo non è partito dalla musica, bensì dal cinema, quando a quattro anni è stato preso come attore in Viaggi di nozze di Carlo Verdone. «Da lì divento una specie di bambino prodigio, molto richiesto. Alle elementari uscivo da scuola alle quattro e ogni giorno andavo a fare un provino, mi portava mia madre – ha raccontato il rapper – avrei preferito giocare, ma capivo che quello era un modo per aiutare economicamente la mia famiglia». Con i suoi primi guadagni, infatti, la sua famiglia è riuscita a stabilizzarsi economicamente: «Grazie al mio lavoro in famiglia c’erano più soldi, non tantissimi, ma di più. Con quei soldi i miei si sono comprati la Punto verde acqua. Per mesi hanno parlato di questa Punto verde acqua, era il loro sogno, e alla fine se la sono comprata. Ogni tanto glielo ricordo: coi soldi miei vi siete comprati la Punto».
Le bocciature a scuola e la passione per l’oro
Ma i soldi hanno iniziato a finire quando Tony Effe è stato bocciato per due volte di seguito alle superiori: «Mi pago la scuola paritaria e prendo il diploma. Alla seconda bocciatura mi metto in testa di prendere il diploma, capisco che senza non ho molto futuro. Al che mio padre dice: “Vuoi la scuola a pagamento? Pagatela”. Insomma, a diciotto anni, i soldi guadagnati coi film erano già finiti». Ancora oggi il cantante prende ripetizioni di italiano: «Una volta a settimana faccio italiano. Analisi dei testi. Sento di voler imparare, voglio migliorarmi Nell’ultima lezione abbiamo letto e analizzato una poesia di Umberto Saba dove lui, Saba, impersonifica la città con un ragazzaccio biondo. Un po’ quello che ho cercato di fare io con Roma in Damme ‘na mano, la canzone per Sanremo».
Dopo il diploma ha iniziato a lavorare con il padre, scoprendo una passione per l’oro: «A forza di saldare e incastonare, mi nasce la passione per i diamanti. M’inscrivo a un corso per certificare le pietre. I tre più bravi ottenevano l’attestato e un viaggio a Anversa in visita al Banco dei diamanti. Io sono fra i tre. Ho iniziato a pensare che quello fosse il mio futuro».
Le critiche sulla sua musica
Ma la musica è sempre stata al centro per Tony Effe, salendo sui palchi prima con la Dark Polo Gang e poi come solista, riuscendo a riscuotere un successo clamoroso: 200milioni di streaming e primo posto in classifica per dodici settimane consecutive. I suoi brani, però, hanno diviso il pubblico: c’era chi lo acclamava e chi lo accusava di essere «sessista», nonostante molte sue colleghe – come Emma e Gaia – affermassero il contrario. «Sono una persona gentile, soprattutto con le donne».
Poi è arrivata l’esclusione per Capodanno: «Certe accuse mi hanno fatto veramente male, sono crollato mentre facevo il trasloco. Mi sono messo a piangere, c’era mia madre, mi sono un po’ vergognato. L’ho detto anche al concerto, ci sono stato male. Il rap ha un suo linguaggio. Io racconto ciò che vedo, mai confondere lo sguardo, l’immaginario con la persona. Ripeto: un conto è raccontare, un altro è vivere. Stephen King allora cos’è, un serial killer?».
L’amore per la nonna, Giulia De Lellis e Harry Potter
Per Tony Effe una delle persone più importanti è stata la nonna: «Negli anni ribelli odiavo tutti tranne lei». Oggi il rapper romano convive con la sua nuova fidanzata Giulia De Lellis, 29 anni, alla quale ha trasmesso la sua passione per Harry Potter: «Non si può crescere senza aver visto Harry Potter e lei non aveva mai guardato i film. L’ho costretta, all’inizio diceva: “A me i maghi mi fanno schifo”, ora parla serpentese».
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