È stata creata una petizione per bloccare il passaggio del Tour de France 2026 sul Col de Sarenne. La prossima edizione della Grande Boucle prevede nel percorso della ventesima e penultima tappa, questa novità assoluta, come ultima vera ascesa di giornata prima dello strappo finale che porta al più noto traguardo dell’Alpe d’Huez. Su questa salita, lunga circa 13 chilometri, potrebbe esserci l’ultimo e decisivo duello tra i big per la classifica generale e per questo è lecito aspettarsi un pubblico di centinaia di migliaia di spettatori. Questo potrebbe rappresentare un pericolo dal punto di vista della tutela ambientale, secondo chi ha promosso una petizione online su Change.org per chiedere agli organizzatori di modificare il percorso e non far transitare il Tour sul Col de Sarenne.

Nella petizione, che al momento registra 5.800 firme, viene spiegato che “il Col de Sarenne, situato nell’area di adesione del Parco nazionale degli Écrins, è uno di quegli spazi belli e rari dove si può ancora respirare aria pura”. Inoltre le particolari condizioni dell’area “permettono il mantenimento di specie animali rare” oltre ad essere “una delle regioni più ricche di Francia dal punto di vista botanico”. Questo habitat naturale sarebbe messo a rischio dal passaggio del Tour, in particolare dai lavori necessari per preparare la strada, dal passaggio dei mezzi dell’organizzazione, da quello degli elicotteri televisivi, nonché dai tanti tifosi che prenderanno posto a bordo strada. Inoltre, viene citato anche come pericolo la corsa amatoriale L’Étape du Tour, che si svolgerà la settimana prima della gara, con la possibilità di danni causati dal passaggio di oltre 16.000 ciclisti su percorso. 

Le conclusioni dell’autore della petizione sono piuttosto dure, visto che viene scritto che “la Natura è più importante di questo spettacolo-business”. Viene peraltro anche menzionato un “decreto che vieta qualsiasi manifestazione sportiva su un perimetro che potrebbe essere calpestato dalla folla del Tour de France” e vengono infine anche esposte le criticità future citando i grandi cambiamenti subiti dall’Alpe d’Huez da quanto Fausto Coppi vinse nel 1952 e quindi “a lungo termine, questo passaggio del Tour in un luogo finora così ben preservato è forse il secondo passo verso una massiccia cementificazione”. Tralasciando i toni molto negativi con cui viene citato il Tour de France nella petizione, il tema ambientale sollevato dall’autore potrebbe aprire un dibattito costruttivo tra organizzatori e realtà locali per trovare una soluzione sostenibile sia per l’ambiente che per lo sport.

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