Si avvicina l’appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell’anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al giorno, in un cammino di avvicinamento che culminerà con la festa di venerdì 28 novembre a Milano. Largo oggi al miglior tecnico italiano della stagione, Marco Villa.

È al 5° Oscar, manco fosse una star di Hollywood. Marco Villa non ama i riflettori ma ha imparato a convivere con le luci della ribalta. Plurimedagliato, plurititolato e ora anche “pentacampeon”: per la quinta volta negli ultimi sei anni, è stato scelto dai nostri lettori come il miglior tecnico italiano della stagione e si è aggiudicato l’Oscar tuttoBICI Gran Premio Fondazione Iseni y Nervi.

Dopo aver portato ai vertici internazionali la pista azzurra, al primo anno da Commissario Tecnico della Nazionale professionisti strada maschile l’ha spuntata in una rosa di 10 nomi selezionati da una giuria di esperti e di giornalisti specializzati, raccogliendo oltre un quarto dei voti (27,5%), precedendo Davide Bramati della Soudal Quick Step e la coppia della UAE Emirates XRG composta da Marco Marzano e Fabio Baldato. Il CT, che continuerà il suo lavoro nel 2026 come responsabile delle cronometro e donne élite su pista, ritirerà il meritato premio il 28 novembre a Milano tra gli applausi di tutti i campioni della stagione, che grazie al loro talento e con il suo tocco magico vogliono riportare l’Italia ai vertici mondiali anche su strada.

CT ha cambiato disciplina, ma non il risultato.

«Fa sempre piacere salire sul palco della Notte degli Oscar tuttoBICI. Ringrazio chi mi ha votato e faccio i complimenti agli altri direttori sportivi con cui me la sono giocata, quest’anno ho collaborato tanto con loro e quasi mi dispiace aver fatto loro questo sgarbo. Questo premio lo voglio dividere con loro e con tutto il nostro movimento».

Che stagione è stata?

«Per me diversa, ero abituato ad altri ritmi e contatti. Ho dovuto prendere le misure, capire come fare, parlare con le squadre. Non mi sono discostato troppo dal metodo di lavoro portato avanti in pista e ho trovato una buona collaborazione da parte dei preparatori e i direttori sportivi dei team, infatti i ragazzi che avevo in mente sono arrivati ai grandi appuntamenti in maglia azzurra tutti con un programma gare di avvicinamento ottimo».

Il momento più complicato?

«L’infortunio del regista designato Damiano Caruso non ci voleva così come la febbre di Giulio Pellizzari. La trasferta in Ruanda è stata difficile da programmare, nell’anno post olimpico tutte le nazioni “tirano un po’ il fiato” a livello economico, cercano di risparmiare in vista delle qualifiche che sono dispendiose, perciò io ho cercato di dosare i miei colloqui per non sbilanciarmi troppo. Non è nel mio stile promettere una convocazione al mondiale se poi so di poter portare un numero limitato di corridori, quindi quando la FCI ha deciso di allargare la rosa a 8 nomi mi sono trovato un po’ spiazzato».

L’emozione più grande di questo 2025?

«La risposta che ho ricevuto dagli atleti, l’averli visti correre in maglia azzurra tutti uniti per un solo obiettivo. A Kigali ci sono stati momenti intensi: quando c’è stato l’attacco di Pogacar, che ci aspettavamo, sono rimasti 30 corridori e vedere 4-5 italiani tra i migliori è stato bello. Anche al Campionato Europeo abbiamo ben figurato e dimostrato di saperci organizzare nelle fasi salienti, quando Tadej ha accelerato nel percorso di Drôme e Ardèche Bettiol e Ulissi si sono fatti trovare al posto giusto nel momento giusto, salvaguardando Christian Scaroni. Sapevamo di non avere il fuoriclasse che ci avrebbe risolto la giornata contro un fenomeno del calibro del campione del mondo ma sono orgoglioso della performance generale della squadra. Tutti vorrebbero poter schierare Pogacar tra le proprie file ma io sono felice dei nostri, sia dal Ruanda che dalla Francia siamo tornati a casa a testa alta».

Cosa sogna il miglior tecnico dell’anno per le stagioni che verranno?

«Quando ho iniziato ad occuparmi della Nazionale di pista sarebbe stato inimmaginabile pensare a titoli mondiali e medaglie olimpiche, ora non sono messo male come allora. Il ciclismo italiano su strada è a un buon livello. Dobbiamo confrontarci con eccellenze che ammiriamo ma non siamo così distanti. Sognare ora di riportare a casa una maglia iridata costa meno di quando con Elia Viviani abbiamo iniziato a disputare le prime corse internazionali nei velodromi. Nel mio personale palmares manca un mondiale e una medaglia olimpica su strada, se riuscissimo a colmare questo gap sarei più contento per gli atleti e il movimento che per me. Per le cronometro abbiamo dei bei jolly da giocarci con Pippo Ganna, Edoardo Affini e non solo. L’Italia c’è e lo dimostreremo, sono fiducioso».

ALBO D’ORO OSCAR MIGLIOR TECNICO ITALIANO

2009 Valerio Piva
2010 Stefano Zanatta
2011 Roberto Reverberi
2012 Luca Scinto
2013 Giuseppe Martinelli
2014 Giuseppe Martinelli
2015 Stefano Zanini
2016 Davide Bramati
2017 Paolo Slongo
2018 Giovanni Ellena
2019 Davide Bramati
2020 Marco Villa
2021 Marco Villa
2022 Marco Villa
2023 Fabio Baldato
2024 Marco Villa
2025 MARCO VILLA