di
Silvia Turin
Le abitudini di gioco possono rappresentare una porta d’accesso al gioco d’azzardo problematico, lo dimostra un nuovo studio. Come intercettare i primi segnali di disagio ludopatico
Videogiochi che contengono elementi simili al gioco d’azzardo, come l’acquisto di oggetti di gioco, rendono i giovani che li utilizzano maggiormente propensi a rivolgersi al gioco d’azzardo con soldi veri.
Lo ha dimostrato un nuovo studio condotto da ricercatori delle istituzioni belghe KU Leuven e Università di Gand, pubblicato sulla rivista International Gambling Studies. Per la ricerca sono stati intervistati più di 2.000 giovani giocatori di età compresa tra 10 e 17 anni in due sessioni, a distanza di un anno l’una dall’altra.
Lo studio belga
La scoperta principale dello studio, che fa parte di un più ampio progetto denominato «Gam(e)(a)ble», che indaga i confini sfumati tra videogiochi e gioco d’azzardo, è stata che i partecipanti che, nella prima fase, si sono impegnati in elementi simili al gioco d’azzardo dei videogiochi, avevano statisticamente più probabilità di altri di dedicarsi al gioco d’azzardo vero e proprio un anno dopo.
In particolare, i ragazzi (88,5%) sono risultati più propensi a utilizzare elementi simili al gioco d’azzardo rispetto alle ragazze (64,1%).
Nella seconda fase il 60,3% dei partecipanti aveva praticato qualche forma di gioco d’azzardo «vero» nell’ultimo anno. Questa volta, la differenza tra ragazzi e ragazze è stata minima.
I «gratta e vinci» sono stati la forma di gioco d’azzardo più popolare, con circa il 37% dei partecipanti che li ha utilizzati.
Fondamentale è risultato l’atteggiamento degli adolescenti nei confronti del gioco d’azzardo: un atteggiamento positivo e la conseguente intenzione di praticarlo hanno avuto un ruolo importante nell’associazione a lungo termine.
In Italia problema diffuso
Centinaia di giochi su tutte le piattaforme, dalle console ai telefoni cellulari, presentano elementi simil-gioco d’azzardo come giochi da casinò virtuali, ruote dei premi e video a tema gioco d’azzardo.
«Adolescenti, genitori ed educatori potrebbero essere sensibilizzati sui rischi associati agli elementi simili al gioco d’azzardo attraverso campagne informative», ha affermato l’autrice principale dello studio.
In Italia secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità circa il 28,1% degli adolescenti (11–17 anni) ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno. La prevalenza risulta più elevata al crescere dell’età.
L’online è in rapida ascesa: nel 2024 il 42–46% dei giovani giocatori (sia 11–13 che 14–17 anni) ha scommesso tramite siti web, spesso usando conti di adulti. Tra i giovani predominano gratta-e-vinci, lotterie e poker ricreativo.
Circa un terzo degli adolescenti (12–14 anni) che giocano lo fa regolarmente (almeno 3 volte negli ultimi 30 giorni). Indagini ISS più recenti stimano che in Italia vi siano oltre 90.000 studenti minorenni con gioco problematico.
Tutte le ricerche concordano su un’evidente predominanza maschile. I ragazzi privilegiano soprattutto le scommesse sportive, mentre le ragazze optano più spesso per lotterie e gratta-e-vinci.
I campanelli d’allarme
Il fenomeno comporta non solo un possibile danno economico, ma importanti effetti psicofisici: la dipendenza da gioco si associa a vari fattori di rischio personali e sociali (impulsività, ricerca continua di sensazioni forti, difficoltà familiari) ed è correlata a esiti negativi come indebitamento, difficoltà scolastiche e disturbi d’ansia/depressivi.
Le campagne di sensibilizzazione sono importanti perché il disagio è spesso sottostimato e poco visibile.
I possibili campanelli d’allarme nei ragazzi sono: isolarsi con il telefono, controllare risultati o quote, ricevere richieste di soldi non motivate, notare piccoli ammanchi di somme o micropagamenti ripetuti. Dal punto di vista psicologico irritazione, un calo improvviso di rendimento scolastico, esigenza di avere password e cronologia segrete.
A chi chiedere aiuto
Farsi aiutare è possibile: in Italia si occupano della dipendenza da gioco d’azzardo (o «ludopatia») medici, centri specializzati, psicologi, gruppi di auto aiuto. Il Servizio sanitario nazionale offre assistenza per i giocatori d’azzardo patologici nelle strutture dell’ASL denominate SER-D (Servizio per le dipendenze), attraverso prestazioni gratuite e riservate. Sono presenti anche associazioni private che si occupano del tema e offrono assistenza e cura individuali e familiari.
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24 novembre 2025 ( modifica il 24 novembre 2025 | 08:57)
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