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A ottobre OpenAI ha lanciato ChatGPT Atlas, entrando di fatto nella guerra dei browser AI. Con oltre 800 milioni di utenti settimanali, la mossa sfida direttamente un gigante come Google Chrome, che domina il mercato con il 64,86%. In parallelo, Perplexity ha reso gratuito il browser Comet e Opera ha lanciato Neon a 20 dollari al mese. Solo negli USA si trovano anche Dia di Browser Company e l’integrazione di Gemini in Chrome. L’obiettivo è chiaro: cambiare le abitudini radicate degli utenti, portando i modelli linguistici ovunque – ricerche, prenotazioni, acquisti e lettura – trasformando gli LLM nella nuova porta d’accesso al web.
Atlas: quando ChatGPT diventa un browser
Disponibile solo per Mac, Atlas piazza ChatGPT al centro dell’esperienza. La funzione distintiva è “Browser memories”, che permette a ChatGPT di ricordare i siti visitati e usarli come contesto per ricerche e riepiloghi, come “Trova tutti gli annunci di lavoro che stavo guardando la settimana scorsa e crea un riepilogo”. Il sidebar elimina il copia-incolla fra schede, mentre la “modalità agente” – disponibile per gli abbonati – consente azioni automatizzate come trovare un ristorante o prenotare un tavolo. Comodo, ma con un compromesso: Atlas vuole il permesso di vedere e memorizzare praticamente tutto ciò che si fa online. OpenAI assicura che i dati non vengono usati per addestrare i modelli, ma l’utente può scegliere di condividerli. E non tutti saranno d’accordo.
Opera Neon: il più ambizioso e caro
Neon costa circa 20 dollari al mese, punta su feature originali e di fatto richiede un po’ di esperienza in più per destreggiarsi tra le varie opzioni. La killer feature sono i “Tasks”workspace autonomi in cui l’AI comprende il contesto e analizza più fonti contemporaneamente. Ad esempio, è possibile aprire diversi siti di notizie in un Task e chiedere all’AI di riassumere gli articoli o evidenziare somiglianze e differenze tra le fonti. Le “Cards”, invece, sono prompt riutilizzabili, anche scaricabili dalla community. Un esempio pratico: una Card “summarize-content” permette di riassumere un video di YouTube di qualsiasi durata in poche righe, senza doverlo visionare. La modalità “Neon Do” dà all’AI la libertà di navigare, chiudere schede, compilare moduli e confrontare info, con l’utente libero di intervenire in ogni momento.
Comet: l’underdog che punta sulla semplicità
Lanciato inizialmente a luglio, Comet è diventato gratuito con l’obiettivo di conquistare rapidamente utenti. Basato su Chromium, non stravolge le abitudini ma introduce un assistente laterale che legge le pagine in tempo reale e propone azioni. È semplice, fluido e potente: riassume email, gestisce schede, naviga autonomamente e sfrutta cronologia e calendario. Collegando Gmail e Google Calendar, può sintetizzare la giornata, trovare comunicazioni urgenti e scrivere risposte. La forza di Comet è proprio l’immediatezza.
I tre browser alla prova agentica
Atlas è affascinante da osservare mentre muove il cursore da solo e verbalizza i passaggi (“Devo chiudere la finestra dei cookie”), ma ha limiti evidenti: OpenAI stessa ha inserito un tasto “Assumi il controllo”. Nel test di riempire un carrello Amazon con spazzolino e filtro Brita, Atlas ha scelto lo spazzolino corretto ma ha sbagliato il filtro. Nel test pratico – riempire un carrello Amazon con uno spazzolino elettrico e una cartuccia di ricambio per un purificatore d’acqua Brita da rubinetto – Atlas ha scelto lo spazzolino corretto ma ha sbagliato il filtro.o. Dato l’accesso all’account personale, l’agente avrebbe potuto, in teoria, completare autonomamente l’ordine e procedere al pagamento.
