A Torino, una predicatrice cristiana protestante originaria della Liberia avrebbe maltrattato per anni alcuni ragazzi che le venivano affidati dalle famiglie della propria comunità religiosa. Lo ha documentato la procura di Torino (sostituta procuratrice Barbara Badellino), che ha ricostruito una lunga serie di violenze, minacce e rigidissime regole imposte. Il processo nei suoi confronti sarebbe dovuto iniziare mercoledì 26 novembre, ma la donna è morta lo scorso luglio, a 42 anni. Il reato che le viene contestato, dunque, sarà dichiarato estinto, mentre finirà davanti al giudice una mamma che aveva affidato le due figlie alla predicatrice. Anche lei è accusata di maltrattamenti, difesa dall’avvocata Laura Speronello. Le presunte vittime sono tutelate dall’avvocata Lucia Taranzano.
Metodi educativi violenti
Da anni, oltre a declamare la Bibbia durante le funzioni, la predicatrice si occupava dell’educazione di diversi ragazzi. Li accoglieva a casa propria, in città, e si lasciava andare a “percosse con colpi alle mani, schiaffi alle mani e in varie parti del corpo, spesso anche utilizzando un mestolo”.
Inoltre, imponeva regole rigidissime, tra cui: vietati i pantaloni per le ragazze, rigidi digiuni obbligatori, attenzione ai cibi che si mangiano. Richiamando i precetti della predicatrice, la mamma ora imputata obbligava le figlie, all’epoca minorenni, a non mangiare maionese né carne di maiale e non bere Coca Cola.
“Se non rispettate le regole, andrete all’inferno” ripetevano sia la predicatrice, sia la mamma imputata. Talvolta, la prima arrivava a far rimanere le ragazze in pigiama in balcone, anche d’inverno, o le obbligava a rimanere in piedi durante la notte.
“Non ho mai maltrattato”
La predicatrice sarebbe morta per cause naturali. Fino alla fine, ha sempre ribadito la propria buona fede e negato le accuse, sostenendo di fare la baby sitter per le famiglie che le chiedevano un aiuto e nient’altro.
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