L’ormai ex presidente del Veneto Luca Zaia è tornato a parlare del veto imposto a un suo ulteriore mandato, il quarto consecutivo da presidente: lo ha fatto in modo polemico pur festeggiando la vittoria di Alberto Stefani e il buon risultato della Lega, che è riuscita a stare davanti a Fratelli d’Italia proprio grazie ai voti garantiti dalla popolarità di Zaia, per 15 anni alla guida della regione. E il primo pensiero di Zaia è stato proprio quello di quando e come potrà tornare presidente:
«Ora sono perfettamente ricandidabile alla presidenza della regione: questa l’assurdità di questa legge. Non si è voluto cambiare una legge che penalizza chi viene eletto direttamente e questo penso che abbia anche penalizzato il nostro risultato, che avrebbe potuto essere più rotondo».
Quello del terzo mandato è stato uno dei temi politici più dibattuti nei mesi che hanno preceduto la campagna elettorale. La Lega ci teneva a introdurlo proprio per favorire Zaia, che in verità era già al suo terzo mandato consecutivo (ma ne sono stati considerati “validi” solo due, perché in Veneto la legge sul limite dei mandati venne applicata nel 2015, dopo il suo primo mandato). Il resto della coalizione di destra però non è mai stato entusiasta di questa proposta, e infatti tutti gli emendamenti per concedere un ulteriore mandato sono stati bocciati durante le discussioni preliminari in commissione.
Oltre al risultato della Lega, alle regionali una delle cose da tenere d’occhio in Veneto è il numero delle preferenze ottenute da Zaia. Con un’affluenza piuttosto bassa è difficile che possa raggiungere le 200mila ipotizzate durante la campagna elettorale: «Devo dire che non è stata una passeggiata. È vero che ero uscente, è vero che ero capolista, ma molti pensavano ad esempio che il capolista veniva eletto automaticamente».