Non era il 19enne Marco Pio Salomone l’obiettivo del killer 15enne che lo scorso sabato ha colpito la vittima con uno sparo di pistola alla testa. Stando ai primi accertamenti della Polizia, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia, l’assassino avrebbe voluto colpire un amico di Salomone che, al momento dell’agguato, era seduto sui sedili posteriori della stessa auto nella quale si trovava anche la vittima. La competenza delle indagini è ora stata trasferita alla Procura dei minorenni di Napoli. Il 15enne autore del reato avrebbe agito da solo: si è avvicinato a piedi, ha visto l’auto con all’interno il gruppo di “rivali”, si è avvicinato e ha sparato un colpo.
Le indagini
Stando alle prime indagini delle autorità, il 15enne reo confesso avrebbe sparato verso l’auto della vittima per “uno sguardo di troppo”. A riferirlo sono stati gli amici della vittima che, agli inquirenti e agli investigatori della Polizia che li hanno sentiti dopo l’omicidio, hanno provato a ricostruire la dinamica dei fatti. La versione del dissidio per futili motivi, però, non convince gli inquirenti secondo i quali il movente andrebbe rintracciato negli attriti sorti per divergenze nello spaccio. Tutti i giovani coinvolti, secondo quanto si apprende, sarebbero infatti coinvolti nello spaccio di droga.

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