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Forse svelato il mistero dell’origine della Luna, grazie a un lavoro pubblicato nei giorni scorsi nella importante rivista scientifica Science. L’impatto fra la Terra e un grande corpo celeste, da cui si formò la Luna, sembra ora ancora di più l’ipotesi giusta per capire come si è formato il nostro satellite naturale e da dove proveniva il pianeta responsabile dell’impatto, da cui è uscito completamente distrutto.

È un giallo che dura da tempo e che ora, grazie al paziente lavoro del gruppo di ricerca guidato dall’Università di Chicago, Usa, e dal Max-Planck-Institut für Sonnensystemforschung, Germania, si pensa di aver risolto.

Andando con ordine: la bella Luna, che rischiara le nostre notti quando è piena, è un satellite un po’ particolare. Intanto è solitario, è l’unico della Terra, e inoltre è molto grande rispetto al pianeta cui orbita intorno: il suo diametro è circa un quarto di quello della Terra, e la sua massa è circa un ottantesimo di quella terrestre. Pare poco ma è molto relativamente al pianeta cui è legata. Il fatto poi che vediamo sempre la stessa faccia, con qualche piccola oscillazione periodica, a noi sembra normalissimo, ma non lo è affatto. Si chiama accoppiamento spin-orbita e, al di là delle parole, significa che i sistemi molto vecchi si accordano come le note di una chitarra e la Luna, quindi, orbita attorno a noi nello stesso tempo in cui ruota su sé stessa. E questo è il dato che ci permette di dire che quello Terra–Luna è un sistema “vecchio”, che ha più di quattro miliardi di anni.

Potremmo andare avanti per molte pagine ma ci fermiamo e torniamo all’articolo scientifico che getta luce sulla genesi della Luna, accanto a tante certezze rimangono infatti anche degli interrogativi. Il principale è: come si è formato questa strana coppia?

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Di ipotesi se ne sono fatte tante, quella su cui si puntano da tempo i riflettori è l’urto cosmico: la Terra si era appena formato in un sistema solare ancora giovane e molto violento, con frequenti urti, anche giganteschi, quando si scontrò con un suo simile, un pianeta grande quanto Marte. Un corpo celeste quindi più piccolo rispetto alla Terra, un diametro metà di quello terrestre, e una massa nove volte minore. Più piccolo ma comparabile. Si può capire che l’urto deve essere stato tremendo, ma allora il sistema solare era pieno di corpi vaganti di ogni dimensione, che oggi per fortuna si sono ridotti al minimo. Tutto quello che non era in equilibrio col resto del sistema è stato spazzato via da urti, una specie di gioco di biliardo spaziale in cui anche la Terra è rimasta coinvolta.