Roma, 24 novembre 2025 – Alza il volume: con queste parole Zohran Mamdani, appena eletto sindaco di New York, ha sfidato il presidente Donald Trump. Una provocazione politica, chiaro. Ma esperti e medici ci dicono che per sentire bene, il volume dobbiamo piuttosto abbassarlo. Perché nelle nostre giornate è già molto alto, troppo alto. Siamo assediati dal rumore, un infinito brusio di sottofondo che ci stordisce, quasi che avessimo paura del silenzio.
L’inquinamento acustico ci fa male
Viviamo nella società dell’inquinamento acustico. Facile pensare subito al traffico – stradale, ferroviario, aereo -, ma basterebbe concentrarci sui nostri tele fonini, che ci accompagnano dal risveglio a notte inoltrata, fonti inesauribili di stimoli, visivi ma anche sonori. Non a caso in treno possiamo scegliere i vagoni del silenzio (approdo che spesso, purtroppo, resta solo come buona intenzione nel titolo).
Chi cura l’udito degli italiani – hanno problemi sette milioni di persone – rileva che oggi abbiamo sicuramente più protezioni rispetto al passato. Ma abbiamo anche molte più sollecitazioni, che provocano ad esempio pesanti effetti sul nostro riposo. Non solo.

L’inquinamento acustico contribuisce a provocare danni sulla salute. Non solo all’udito ma causa anche difficoltà nel riposo e nell’apprendimento (Corte dei conti europea su dati Oms)
Il rapporto 2025 dell’Agenzia europea per l’ambiente
È a tinte fosche l’ultimo rapporto curato dall’Agenzia europea dell’ambiente (2025). Mette in fila numeri allarmanti, dalle morti premature alle malattie cardiache, dal diabete alla depressione. La tesi del documento è che un’esposizione cronica al rumore da traffico “contribuisce” a comporre le statistiche. Il dato base: sarebbero almeno 110 milioni le persone che soffrono di stress e disturbi del sonno negli stati dell’Unione.
La legge sull’inquinamento acustico
Sicuramente il rumore attraversa il mondo e lo cambia (in peggio). La legge 447 del 1995 nel definire l’inquinamento acustico si concentra sugli effetti e li elenca così: “Fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi”.

Aranzulla, chirurga del cuore
Come difendere il nostro cuore
Tiziana Claudia Aranzulla, cardiologa interventista al Mauriziano di Torino, talento pluripremiato a livello internazionale, osserva però che “non possiamo isolare il rumore come fattore di rischio, altrimenti l’informazione è poco corretta”. Dobbiamo invece considerarlo legato in modo inestricabile prima di tutto con “l’esposizione all’inquinamento atmosferico, primo fattore di rischio esterno per il cuore, perché danneggia tutte le arterie e crea uno stress ossidativo all’interno delle cellule”.
L’inquinamento acustico provoca anche disturbi del sonno. Questo è un rischio? “Sì – conferma Aranzulla -, è una delle declinazioni dello stress, con insonnia, ansia, isolamento sociale e depressione. Sono tutti fattori che concorrono a un cattiva salute del cuore”.

L’otorino Gaetano Paludetti, past president della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale (SIO)
“Prudenza sui numeri, problema prima di tutto genetico”
Raccomanda prudenza sulle statistiche catastrofiche lato salute anche Gaetano Paludetti, specialista in audiologia, che per vent’anni ha diretto la clinica otorino del Gemelli e oggi è professore onorario all’università cattolica del Sacro Cuore. “Vero, viviamo in un mondo rumoroso, ma non vuol dire che questo sia per forza una causa di malattia”, è la sua premessa. E dopo quasi mezzo secolo di pratica medica osserva: “Abbiamo sicuramente trovato molte soluzioni, molti antidoti. La protezione è migliorata sostanzialmente, negli anni. Poi sta a noi utilizzarla o decidere di sballarci in un locale notturno, lì davvero il rumore supera i livelli di soglia”.
Acufene, la malattia nascosta
Racconta il professore: “Ci sono giovani che arrivano con l’acufene, i fischi nelle orecchie. Non solo ragazzi, veramente. Una valanga di persone ne soffre in Italia. Chi scoprirà la soluzione vincerà il Nobel. Malattia professionale quando colpisce i musicisti? La domanda è legittima ma la risposta non c’è. L’acufene nella stragrande maggioranza dei casi nasce da un danno dell’udito, che può essere provocato anche da malattie. Mentre l’unico disturbo accertato, vero, sicuro provocato dal rumore è l’ipocusia, il danno del nervo acustico che diminuisce le capacità uditive. Poi: l’esposizione cronica può dare forse fastidi anche agli altri organi. Ma questi effetti devono essere provati. Disturbi del sonno e neurologici ci possono stare. Perché le fibre nervose dell’orecchio vanno al cervello”.
La soglia di rumore insopportabile
Ma qual è la soglia di rumore che consideriamo insopportabile? “Ottanta decibel, da quella misura in su entrano in ballo le ore di esposizione, e potenzialmente il rumore si considera lesivo. Però anche questo è un altro concetto vago, perché siamo tutti diversi uno dall’altro. La nostra sensibilità è diversa. La regola di base resta una: più il suono è alto e più devi ridurre le ore. Anche per questo nei lavoratori esposti al rumore ogni sei mesi è richiesto un esame audiometrico. I problemi di udito sono sostanzialmente genetici, questo è il vero punto. E ha la stessa base anche il danno da rumore”.