La Fiorentina mostra segnali di crescita, ma la salvezza resta complicata. Kean è dominante, Piccoli non convince: Vanoli dovrà rilanciare Gud e Dzeko per ritrovare equilibrio e concretezza.
Enzo Bucchioni Editorialista
24 novembre 2025 (modifica il 24 novembre 2025 | 23:56)
C’è gente in giro che non ha capito ancora niente, sento profeti del nulla, commentatori per caso e tifosi per convenienza già eccitati dopo il pareggio con la Juventus, pronti a scommettere che la Fiorentina andrà a vincere a Bergamo.Ripeto: non hanno capito niente. Ma non sono meravigliato.
Non hanno capito soprattutto che la salvezza sarà durissima, oltre a non sapere niente di calcio non conoscono neppure le statistiche che raccontano come, nell’era dei tre punti, in una situazione simile a quella della Viola solo il Cagliari si è salvato. Tocchiamo ferro, ma questa è la realtà con la quale convivere.
Il pareggio con la Juventus è solo un mattoncino e da qui alla fine della stagione di mattoncini ne serviranno ancora tanti. Senza illusioni, con umiltà e sacrificio. Purtroppo i sogni di gloria sono morti e sepolti, ora servono concretezza e pragmatismo. Date retta a Vanoli che ne ha viste tante e sta dicendo alla squadra queste stesse parole. La salvezza passa attraverso la coesione, la voglia di lottare e di essere squadra, il non mollare mai, con la capacità di accontentarsi anche del punticino se necessario.
Trasformare una squadra giustamente ambiziosa in una provinciale per forza non è un passaggio banale, non sempre l’operazione riesce.Contro la Juventus non voglio ripetere tutto quello che abbiamo visto e ci è piaciuto, soprattutto nel secondo tempo. La mentalità sta arrivando, è quella giusta. Fino a sabato mai la Fiorentina era riuscita a recuperare un risultato, questa volta ce l’ha fatta. È un altro segnale, forse il primo che aiuta a sperare in un’inversione di tendenza.
La Fiorentina sta crescendo caratterialmente e questo è evidente, ma sembra più viva anche fisicamente. Più aggressiva, più tenace. Avanti così, ma le cose da fare, da cambiare e da far crescere sono ancora tantissime.A cominciare dalla coppia offensiva Kean–Piccoli. Ci aveva provato Pioli, ci ha riprovato Vanoli, ma il risultato è più o meno lo stesso. Uno più uno non fa due, nel nostro caso resta uno.
Kean è troppo più forte fisicamente e tecnicamente, ha una personalità debordante, non gli si può chiedere di mettersi mentalmente a disposizione di Piccoli. Ma neppure Piccoli ha le caratteristiche e la mentalità per fare la spalla a Kean.
La partita con la Juve ci dice che Kean è stato dominante, un autentico gigante, mentre Piccoli è letteralmente sparito.Questa è una delle situazioni sulle quali Vanoli dovrà lavorare cercando di riattivare Gud, che può fare la spalla ma anche aiutare il centrocampo. I meccanismi devono migliorare con un solo terminale offensivo (Kean appunto) e la squadra che lo mette nelle condizioni migliori di svariare e di muoversi, aprendo gli spazi o fornendo movimenti giusti. Anche Dzeko, se sta bene, quel lavoro lo potrebbe fare.
Piccoli è l’operazione che probabilmente ha affossato Pradè, figlia di rapporti con un procuratore. Sbagliata come idea, come opportunità, calcisticamente assurda quando hai in casa Kean e hai già preso Dzeko per fargli da riserva. Ventisette milioni che potevano essere spesi per un difensore e un centrocampista di livello.
Ma ci sono anche altre situazioni che vanno monitorate. Speriamo tutti che la squadra cresca, che arrivino i risultati per irrobustire la classifica e il morale, ma se Dodò non dovesse migliorare neppure dopo il rinnovo, se Pablo Marì non dovesse tornare a un rendimento accettabile, credo che sarà obbligatorio provare un recupero vero di Comuzzo o il lancio di Kouadio. Fermo restando che Fortini ormai è una vera risorsa e Parisi va rilanciato.
Con un calcio diverso, più pratico, più essenziale, quelli che soffrivano i principi pioliani potrebbero crescere nelle valutazioni.Tanto più che la Conference imporrà il turnover.
La coppa, a cominciare da giovedì con l’Aek Atene, è un bel test anche per Vanoli al debutto su una panchina con il doppio impegno. È vero che la salvezza deve essere la priorità, ma per una squadra come la Fiorentina l’idea di provare a vincere la Conference non deve essere abbandonata, sarebbe solo un altro segno di resa.
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