Gemini 3 è l’ultima versione dell’assistente AI di Google, che promette ragionamento avanzato e capacità multimodali da urlo. Ma probabilmente molto lo stanno usando esattamente come usavano i modelli precedenti, con prompt lunghi, dettagliati, pieni di istruzioni specifiche. Ed è proprio questo il problema. Con Gemini 3 questo approccio non funziona più così bene. Anzi, secondo la nuova guida ufficiale pubblicata da Big G.
L’azienda ha lanciato Gemini 3 la scorsa settimana insieme a una guida che contiene tre regole semplici per ottenere il massimo dal nuovo modello. Regole che, curiosamente, vanno nella direzione opposta rispetto a quello che ci hanno insegnato negli ultimi anni sulla gestione dell’intelligenza artificiale.
Forse non cambieranno drasticamente i risultati, ma possono migliorare sensibilmente l’esperienza e far risparmiare tempo evitando di scrivere prompt inutilmente complicati.
3 regole di Google per usare Gemini corrrettamente
Regola 1: meno dettagli, più chiarezza
Per anni il mantra è stato sempre lo stesso: per ottenere buoni risultati dall’AI servono prompt dettagliati, specifici, meticolosi. Questo ha dato vita a quella complicata arte nota come ingegneria dei prompt, dove gli utenti creavano richieste lunghe tre paragrafi piene di istruzioni minuziose per guidare il chatbot esattamente dove volevano. Funzionava, certo, ma richiedeva tempo e competenze specifiche.
Con Gemini 3, la musica è diversa. Google dice chiaramente di essere concisi nei prompt. Gemini 3 risponde meglio a istruzioni dirette e chiare. Potrebbe analizzare eccessivamente tecniche di prompt verbose o troppo complesse usate per i modelli più vecchi.
Cosa significa nella pratica? Invece di scrivere: Voglio che tu agisca come un esperto di marketing digitale con dieci anni di esperienza nel settore della tecnologia. Il tuo compito è creare una strategia di contenuti per social media che tenga conto delle tendenze attuali, del pubblico target composto principalmente da giovani professionisti tra i 25 e i 35 anni interessati all’innovazione tecnologica, e che includa suggerimenti specifici per ogni piattaforma.
Basta scrivere semplicemente: Crea una strategia di contenuti social per giovani professionisti interessati alla tecnologia.
Gemini 3 è abbastanza intelligente da capire cosa serve senza bisogno di tre pagine di contesto… E se manca qualcosa, sarà lui stesso a fare domande per chiarire piuttosto che tirare a indovinare.
Quando serve comunque essere dettagliati?
Attenzione però, questo non significa che si devono usare sempre prompt di tre parole. Per compiti davvero complessi, è comunque necessario fornire dettagli aggiuntivi. La differenza è che ora questi dettagli vanno adattati al compito specifico, non buttati lì per principio.
Se si chiede a Gemini 3 di analizzare un documento lungo cinquanta pagine e di estrarre informazioni specifiche, ovviamente si dovrà essere precisi su cosa cercare. Ma per la maggior parte delle richieste quotidiane, la semplicità stravince.
Esempi di prompt semplificati
Invece di questo: Agisci come un assistente personale esperto, compila un elenco dettagliato di attività che dovrei svolgere oggi, organizzandole per priorità in base all’urgenza e all’importanza, e includendo stime temporali realistiche per ciascuna attività basate sulla complessità del compito.
Meglio questo: Aiutami a organizzare le attività di oggi per priorità e tempo necessario.
Invece di questo: Vorrei che mi fornissi una spiegazione approfondita ma accessibile del concetto di intelligenza artificiale generativa, utilizzando un linguaggio semplice che possa essere compreso anche da persone senza background tecnico, includendo esempi concreti e pratici.
Meglio questo: Spiegami l’intelligenza artificiale generativa in modo semplice con esempi pratici.
La differenza è evidente. Stesso obiettivo, metà delle parole, risultato uguale o migliore.
Regola 2: scegliere (o meno) la personalità
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una corsa tra i chatbot per diventare più amichevoli, più loquaci, più “umani”. ChatGPT si è trasformato in un assistente chiacchierone che vuole essere un amicone. Grok ha preso una direzione simile. Anche Claude di Anthropic ha abbracciato questo approccio.
Google, con Gemini 3, ha scelto una strada diversa. Come spiega la guida ufficiale: Per impostazione predefinita, Gemini 3 è meno prolisso e preferisce fornire risposte dirette ed efficienti. Questo significa che, se non si specifica nulla, Gemini 3 darà risposte concise e dirette. Niente chiacchiere superflue, niente introduzioni elaborate, niente conclusioni motivazionali che nessuno ha chiesto.
Per molti è perfetto. Se si ha bisogno di una risposta rapida a una domanda specifica, l’ultima cosa che si vuole è un chatbot che sommerge di parole per sembrare più umano. Quanti abitanti ha Roma? non richiede un preambolo di tre paragrafi su come Roma sia una città affascinante con una storia millenaria. Richiede un numero e magari due righe di contesto. Stop.
Ma se si preferisce un approccio più colloquiale, più amichevole, più elaborato? Basta chiedere. Google suggerisce di specificare il tono desiderato direttamente nel prompt. Per esempio: Spiegami questo concetto come un assistente amichevole e loquace farà capire a Gemini 3 che si vuole più personalità nell’output.
Altri esempi di richieste con tono specifico:
- Spiegami la fisica quantistica con il tono di un professore appassionato. Gemini 3 userà un linguaggio più entusiasta ed elaborato.
- Dammi consigli di viaggio per il Giappone come farebbe un amico esperto. L’output sarà più informale e personale.
- Riassumi questo articolo in modo professionale e distaccato. Niente fronzoli, solo fatti e informazioni essenziali.
La flessibilità è totale. Si può avere un assistente formale quando si scrivono documenti di lavoro e uno scherzoso quando si cercano idee creative. Basta specificarlo.
Il fatto che Gemini 3 parta da una posizione neutrale ed efficiente invece che amichevole per impostazione predefinita è in realtà un vantaggio. Significa che non si deve combattere contro un’AI che vuole per forza essere amica quando tutto quello che si cerca è una risposta secca. E quando si preferiscono conversazioni più elaborate, si può chiedere esplicitamente invece di doverle subire sempre.
Regola 3: gestire il contesto con intelligenza
Uno dei progressi più impressionanti dell’intelligenza artificiale negli ultimi mesi è la capacità di gestire quantità enormi di informazioni. I chatbot moderni possono analizzare libri interi, centinaia di pagine di codice, video lunghi ore.
Gemini 3 può fare tutto questo, ma nella guida ufficiale, Google raccomanda un approccio specifico per ottenere risultati ottimali quando si lavora con grandi quantità di dati. In pratica, prima si carica tutto il materiale, poi si fanno le domande.
Per chiarire, l’approccio sbagliato è: Analizza questo codice [incollare il codice] e dimmi se ci sono errori [continuare a incollare codice] poi spiegami cosa fa [altro codice] e suggerisci miglioramenti [ancora codice].
L’approccio corretto è [Incollare tutto il codice]. Analizza questo codice, trova errori, spiega cosa fa e suggerisci miglioramenti. La separazione netta tra contesto e istruzioni aiuta Gemini 3 a capire esattamente cosa deve fare con i dati forniti.
Google suggerisce anche di iniziare le domande con frasi come Sulla base delle informazioni di cui sopra…, dopo aver caricato grandi quantità di dati. Questo “ancora” il ragionamento di Gemini 3 alle informazioni specifiche fornite.
Esempio pratico: [Caricare un rapporto aziendale di cinquanta pagine]. Sulla base delle informazioni di cui sopra, quali sono i tre problemi principali evidenziati nel documento e quali soluzioni vengono proposte?
Questa formulazione dice chiaramente a Gemini 3 di non inventare, non cercare su Internet, non usare la propria conoscenza generale, ma di usare solo quello che c’è in quel documento.
Il metodo alternativo
C’è anche un altro approccio che funziona bene: caricare tutto il materiale e inviarlo senza istruzioni. Gemini 3 analizzerà il contenuto e dirà di averlo compreso. Solo a quel punto si può procedere con le domande specifiche.
Come combinare le tre regole
Naturalmente, si possono usare tutte e tre le regole insieme. Facciamo un esempio. Si deve analizzare il bilancio aziendale dell’ultimo trimestre e presentare i risultati al management.
Approccio vecchio stile: Agisci come un analista finanziario esperto con dieci anni di esperienza nel settore, analizza in modo approfondito e dettagliato il seguente bilancio [incollare dati] e fornisci un’analisi completa che includa tendenze, punti di forza, aree di preoccupazione [continuare con altre istruzioni mescolate ai dati] e presenta tutto in un formato adatto a una presentazione executive [altri dati] con particolare attenzione a…
Approccio per Gemini 3: [Caricare tutto il bilancio]. Sulla base di questi dati, analizza le tendenze principali, i punti di forza e le criticità. Presenta i risultati in modo chiaro e professionale per il management.
La vera novità di Gemini 3 non sono le capacità tecniche, pur notevoli. È che finalmente si può usare un’AI potente senza dover imparare l’arte oscura del prompt engineering. Basta essere chiari, diretti e un po’ ordinati quando si lavora con molti dati.