Spesso, in occasione di una mostra dedicata a Steve McCurry, raccontiamo la storia dell’origine della carriera del grande fotografo.
Tutto ebbe inizio da un reportage sull’invasione sovietica dell’Afghanistan, quando McCurry – ancora giovane – partì travestito in abiti locali, senza documenti, “armato” solo di un coltellino svizzero e delle sue macchine fotografiche, nascoste in un sacco di tela, per unirsi a un gruppo di Mujaheddin. Con loro trascorse intere settimane, valicando montagne in estenuanti marce con i climi più duri, per raggiungere le alture dove i guerriglieri riuscivano a resistere solo grazie alla profonda conoscenza del territorio.