Fabio Fognini, in un’intervista concessa al Corriere della Sera, ha espresso le sue opinioni sulla Coppa Davis attuale, così come la sua analisi delle assenze a Bologna. L’ex giocatore ha spiegato anche il perché non si sia fatto vedere lo scorso fine settimana a Bologna, dove la sua nazionale ha vinto la Coppa Davis per il terzo anno consecutivo grazie alle prestazioni di Matteo Berrettini e Flavio Cobolli.
Sulla sua assenza a Bologna: “Per il momento, ho preferito fare un passo indietro, per vari motivi. Per me la Coppa Davis è stata tutto, è la mia vita, avrò sempre quella porta aperta. Oggi seguo alcuni risultati da remoto, ma confesso che non guardo più il tennis, mi sono completamente disconnesso. Niente Fognini, niente feste”, scherza. “Al momento mi sto concentrando sulla danza, anche se mi sono preso un po’ di tempo per mandare un paio di messaggi a Flavio (Cobolli) per congratularmi con lui per le partite vinte, soprattutto perché ha giocato come piace a me“.
Sul nuovo formato della Coppa Davis: “La mia opinione sulla nuova Coppa Davis? Beh, l’hanno completamente trasformata, alcuni dicono in peggio […] Onestamente, sono d’accordo. I migliori giocatori chiedono di giocarla ogni due anni; non so cosa pensare. Certo, l’assenza di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz ha fatto perdere un po’ del suo lustro, ma la realtà è che mancavano i top 10, con solo Zverev presente. Questo non fa bene alla competizione; il format deve essere rivisto, ma la Coppa Davis non sarà mai la priorità di Jannik e Carlos“.
I ricordi personali legati alla Davis: “Conservo molti cimeli, fazzoletti, maglie e alcune medaglie. Tuttavia, non ho il trofeo, è vero. Più che un compito incompiuto, direi che rimane un sogno irrealizzato. Vincere la Coppa Davis è sempre stato un obiettivo a cui avrei voluto partecipare, semplicemente perché me lo meritavo, o almeno così credo. Credo che sarebbe stato più giusto così, ma non è mai successo; il sogno è rimasto irrealizzato“.