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Valentina Baldiserri, inviata a Palmoli (Chieti)

Il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli: «Ne hanno già rifiutato uno, ora accettino. Telefonate da tutto il mondo per dare una mano a questa famiglia»

«Io la soluzione di questa vicenda ce l’ho. Ho trovato una casa per Nathan, Catherine e i loro tre figli. Una casetta in campagna, con tanto verde intorno. È di proprietà del Comune di Palmoli, l’abbiamo appena ristrutturata. Si trova in contrada Fonte La Casa, a pochi chilometri da dove i Trevallion risiedono ora, sempre nello stesso territorio». 

A parlare è il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, superimpegnato, nel vortice mediatico di questi giorni, a rispondere alle mille telefonate dei cronisti a caccia di verità sulla storia della famiglia cui sono stati tolti i bambini. «Io dico che questa casa sarebbe perfetta per loro. Sono settanta metri quadri, due camere da letto, soggiorno, cucina e bagno. C’è anche uno studio per i bimbi, per le loro letture e i loro giochi».



















































La proposta

Una casetta tra i boschi, a stretto contatto con la natura, come desidera la coppia anglo-australiana. Una casa dotata però di tutti i confort, a differenza dell’altra che dagli assistenti sociali è stata definita «un rudere fatiscente» non avendo né gas, né elettricità, né acqua corrente. In più sarebbe totalmente gratuita. Il Comune si accollerebbe anche le spese delle bollette. «Vogliamo fare ogni sforzo affinché la famiglia possa ricongiungersi. Pagheremo tutto noi almeno fino a quando non provvederanno a ristrutturare il loro casolare, quell’ampliamento che prevede la costruzione di un bagno collegato all’abitazione principale». 

Ma accetteranno mai questa proposta? Il sindaco Masciulli scuote la testa: «Ecco, questa è una bella domanda. Perché Nathan e Catherine sono due brave persone ma molto rigide nelle loro convinzioni. Quando furono ricoverati insieme ai loro figli in ospedale, per una grave intossicazione da funghi, e dopo la segnalazione dei servizi sociali che li aveva “attenzionati”, il nostro Comune mise loro a disposizione un bell’appartamento in centro paese. Rimasero lì pochi giorni ma poi andarono via. Nathan mi disse che i suoi figli non potevano viverci, non erano abituati ai rumori del bar sotto, eppoi sentivano la mancanza degli animali, dei loro cavalli e dell’asinello Gallipoli. Così se ne tornarono al casolare».

La situazione

Oggi però la situazione è cambiata, c’è un provvedimento del Tribunale dei minori che potrebbe rendere alcune scelte obbligate. «Mi rivolgo soprattutto a mamma Catherine. Voglio dire che la soluzione più semplice potrebbe essere quella che adottano altre famiglie come la loro: possono tranquillamente passare le loro giornate tra i terreni del casolare e poi la notte dormire nella casa che mettiamo a disposizione. È un compromesso onesto». La proposta è già partita verso i destinatari, al momento però nessuna risposta, né positiva né negativa. 

«Nathan è ormai in silenzio stampa — sospira il sindaco —, non ha risposto neppure al mio messaggio. Io lo sentivo ogni giorno finora, ma poverino, lo capisco. Ho mandato tutti i dettagli anche all’avvocato Angelucci. Spero li convinca lui a fare qualche passo indietro, così la situazione potrà evolvere come speriamo tutti».

In effetti c’è un’attenzione spasmodica su questo caso. All’improvviso il mondo si è accorto di Palmoli. Tutti offrono aiuto alla famiglia che vive nel bosco, per vederla di nuovo insieme, felice. 

«Non potete sapere quante persone ci scrivono o ci telefonano. Arrivano mail da tutto il mondo. L’Abruzzo ovviamente è in prima linea. Decine e decine di artigiani, aziende, professionisti che si sono messi a disposizione a titolo gratuito per dare una mano a questa famiglia e a questi bimbi. Non nego che questa marea di solidarietà mi ha colpito. Mi son detto: allora c’è ancora sensibilità verso chi soffre». Sindaco, come si risolverà questa vicenda?: «Bene, se i due genitori faranno qualche passo indietro».

25 novembre 2025 ( modifica il 25 novembre 2025 | 23:21)