1) La profilazione. Modelli algoritmici, di intelligenza artificiale, e programmi predittivi, pescano a strascico tutte le informazioni e le rielaborano, per incasellarti in gruppi di clienti sempre più ristretti e dettagliati, in base a come spendi i tuoi soldi e a chi li riceve: hobby, interessi, viaggi, stili di vita, se ti sposti in treno, cosa compri online, se hai appena cambiato casa o sei diventato genitore, qual è la tua compagnia telefonica o il tuo fornitore di energia. Alcuni istituti di credito, come Bnl (quianalizzano le parole che ritrovano in email e chat che il cliente scambia con la banca, e registrano le telefonate in modo da studiare tono della voce e frequenza audio per associarti delle emozioni e capire la tua reazione ai prodotti e servizi che ti vengono proposti. La chiamano «sentiment analysis». L’utilizzo viene riassunto nella definizione vaga di «studi statistici e indagini di mercato». Ma profilarti serve soprattutto a capire di cosa hai bisogno adesso, e prevedere ciò che farai in futuro.
2) Il marketing. Visto che ti ha appena profilato, conosce i tuoi bisogni e debolezze: se sei a corto di liquidi, ti proporrà un prestito; se ti è nato un figlio l’assicurazione. E con i modelli predittivi sa se stai per cambiare banca o se da un momento all’altro potresti disinvestire i tuoi risparmi, e allora andrà alla carica per tenerti stretto o venderti nuovi prodotti. Tutto questo si traduce in lettere, email e soprattutto telefonate da call center.
3) Cessione a terzi. Quasi tutte le banche condividono i dati con aziende diverse, e possono essere centinaia: assicurazioni interessate a sapere se stai per comprare casa, società di fornitura di energia e gas, compagnie telefoniche. Negli elenchi delle «terze parti» (qui un esempio) abbiamo trovato di tutto: autonoleggi, investigatori privati, siti web, perfino aziende agricole e società di catering.
Se alla fine dell’informativa barri su «acconsento», la banca cede i tuoi contatti, i prodotti bancari che usi, e la tua profilazione ad aziende con le quali ha stretto accordi commerciali, che sono autorizzate a usarli per mandarti sms, lettere, e bombardarti di telefonate per venderti qualcosa, o chiederti di cambiare operatore e diventare loro cliente. E se il cliente è anziano è più facile convincerlo a sottoscrivere un contratto.
Se invece barri «non acconsento», i tuoi dati sono al riparo. Ma solo in teoria. L’Ue (qui) dice infatti che la banca può comunque usare i tuoi dati senza chiederti il permesso, se ravvisa un suo «legittimo interesse».