di
Monica Scozzafava, inviata a Napoli
Gli azzurri faticano nel primo tempo, poi nella ripresa trovano tre punti fondamentali per il cammino europeo: Hojlund si fa parare un rigore. Prossimo appuntamento il 10 dicembre in casa del Benfica di Mourinho
La pioggia porta abbondanza sul Maradona, nella notte in cui Diego ci mette un po’ del suo nel quinto anniversario della sua scomparsa. E succede sempre: tutte le volte che il Napoli gioca per Diego, vince. Chiusa la «crisetta» nel cassetto, Conte ottiene una vittoria decisiva in ottica playoff di Champions contro il Qarabag.
Il paziente partenopeo non solo è guarito, ma prova a rilanciarsi. In sette minuti nel secondo tempo passa dal 24° al 18° posto con sette punti, l’orizzonte è ora abbastanza definito. McTominay fa tutto da solo in una serata in cui non brilla di luce propria — fa l’operaio in mediana non può riempire l’area con la sua qualità —, ma diventa eroe per efficacia in pochi minuti. Va a prendersi il gol — e la scena — con un colpo di testa su calcio d’angolo di Lang e la complicità della svirgolata di Mustafazade. Sua la girata in area, la palla intercettata da Jankovic si appoggia in rete. È un autogol ma tanto basta per tornare a respirare a pieni polmoni.
Il Napoli ha cambiato pelle, ed è una realtà. Meno qualità, ma tanta imprevedibilità. Hojlund sbaglia un calcio di rigore (il portiere azero Kochalski è in serata di miracoli) ma conta poco. La squadra di Conte ha una (nuova) fisionomia: Noa Lang e Neres allargano campo e visione, cercano più l’uno contro uno che la rifinitura, sono due amici che anche in campo si cercano con tanta insistenza. Il convento passa questo? Sì e non è poco se sono in infermeria tutti i pezzi da novanta come De Bruyne, Lukaku e Anguissa. Spuntarla su una squadra che fa del contropiede nudo e puro la sua arma letale, squadra burbera schierata con un mix di centrocampisti tutti offensivi, significa per Conte aver trovato una quadra nell’emergenza che probabilmente neanche lui si aspettava. Il Qarabag in Champions finora si è fatto rispettare: due vittorie contro Benfica e Copenaghen, e col Chelsea un pareggio riacciuffato negli ultimi minuti, ha una formazione europea, eppure il burbero Gurbanov per la prima volta ha sostituito nella ripresa quasi tutta la difesa.
Il Qarabag, pronti via, si affaccia dalle parti di Milinkovic, prima con Jankovic e poi con Addai: sono i primi minuti della partita, il Napoli ha la pazienza di far sfogare gli avversari e ragionare, soprattutto affidarsi alle sgasate di un brasiliano di nome Neres che è tornato protagonista e cerca anche l’attenzione di Ancelotti per ritrovare la Nazionale. La differenza per tutto il primo tempo la fanno i due esterni: dialogano, si scambiano le posizioni, hanno fame.
La rovesciata di Neres su cross dell’amico olandese avrebbe meritato maggiore fortuna, soprattutto perché il brasiliano è nel mood di provare tutte le cose più difficili. L’occasione d’oro è sui piedi di Di Lorenzo: lancio di Buongiorno, il capitano del Napoli, solo davanti al portiere, cade da solo e rischia di farsi anche male. Si fa invece male Medina a inizio ripresa: il tiro potente di McTominay al limite dell’area gli finisce in volto. Buongiorno ne fa un altro di lancio preciso per Di Lorenzo, fermato fallosamente in area da Jankovic: Hojlund — servito comunque poco per quasi tutta la gara — dal dischetto sbaglia. Peccato veniale nella notte della guarigione definitiva e del rilancio.
25 novembre 2025 ( modifica il 25 novembre 2025 | 23:39)
© RIPRODUZIONE RISERVATA