di
Andrea Laffranchi

Il cantautore pubblica venerdì 28 novembre l’album «Casa Paradiso». In primavera il tour nei palazzetti

Se incontrate Tommaso Paradiso che vaga per Roma, di notte, e a bordo di un monopattino, non disturbatelo. Potrebbe essere in fase creativa. «Il nuovo disco è nato da queste traiettorie tracciate in monopattino: ne noleggio uno, giro senza meta e a un certo punto prendo un taxi per tornare a casa», racconta il cantautore. Venerdì pubblica «Casa Paradiso», terzo album solista della carriera, dopo i cinque come voce, cuore e cervello dei Thegiornalisti.

L’ossessione per la casa

La casa del titolo, ma il concetto torna anche nelle canzoni, è «un luogo fisico ma anche dell’anima», il centro di gravità verso cui tornare, una comfort zone della quale non si può fare a meno e anche, ride, un’ossessione che lo porta a navigare compulsivamente sui siti di annunci immobiliari. «Sono una persona turbata e cerco quello che è diverso da me, cioè la serenità. Sono anche un carattere che subisce il presente: e se il presente è malevolo, fatico a tirare fuori cose positive nelle canzoni. Questo è un disco che invece si è aperto a quella gioia che prima mi era preclusa da eventi più grandi. E che ora è arrivata perché le cose, a partire dalla nascita di mia figlia, girano meglio».

«Sanremo? Ho cambiato idea»

Il cantautore romano non svela le sue carte sanremesi, anche se il toto-nomi lo indica come uno di quelli da cui Carlo Conti è partito per costruire il cast. Lo scopriremo domenica con l’annuncio dei cantanti in gara, ma quel «per statistica prima o poi ci andrò» dietro cui si ripara è già indicatore di un cambiamento di atteggiamento. Solo qualche anno fa diceva che all’Ariston non ci sarebbe mai andato perché non era permesso il playback come forma di protezione dagli errori che potrebbero compromettere un progetto. «È un palco tortuoso che mette in agitazione chiunque. E siccome è il Festival della canzone, dovrebbe prevalere quella, e non l’avere, o non avere, una voce supersonica. Le cose cambiano… Quando ho fatto quelle dichiarazioni venivo da anni bui: il covid, un amico che mi era praticamente morto in casa…». A oscurare ulteriormente il panorama c’era anche la sensazione che si fosse perso il Tommaso Paradiso delle hit come «Completamente», «Riccione», «Non avere paura» e «Felicità puttana» che avevano riscritto le regole del pop italiano a colpi di malinconia, melodia e atmosfere anni ’80. Quelle reference restano la sua firma anche in questo album. «Mi sento libero, non seguo le mode. Detto questo, se in un momento colgo lo zeitgeist, lo spirito del tempo, e le cose che faccio coincidono con il gusto del pubblico, ho fatto bingo. Sennò vado dritto, non mi metto a fare trap o a usare l’autotune. Sono stato in hype assoluto, poi c’è stata una fase di discesa e adesso mi sento risorto. In quei momenti più complicati è stato il live a darmi soddisfazioni». 

«Fare uno stadio? Non capisco questa moda»

Per la prossima primavera c’è in programma un tour nei palazzetti, ma una canzone con un titolo come «70 mila voci» sembra lo spoiler di un progetto più ambizioso. Stadi in vista? «Negli stadi ci devi fare un tour vero, ma se lo possono permettere in pochi oggi. Un conto sarebbe farlo come festa di chiusura di un tour da 350mila biglietti… ma la moda di farne uno o due nell’arco di un progetto non mi interessa».
C’è un solo ospite, Setak, cantautore underground: «Sarà anche anti-commerciale, ma per me vince il lato autentico delle cose. Setak è un amico, a volte vado a suonare la chitarra ai suoi show, le famiglie si conoscono, e la canzone riflette la nostra amicizia. Del resto anche le collaborazioni che ho fatto in passato erano con persone con cui ho un rapporto: Elisa, Jova, Rkomi, Luca Carboni che è un mito ed è il padre dell’indie… Se non c’è amicizia si può anche evitare di farle».
Non c’è una canzone dedicata alla figlia Anna, nata in primavera. «Il disco era già finito… Però ci sarà sicuramente in futuro, è una cosa troppo importante per lasciarla da parte. La paternità mi ha cambiato in positivo. Adesso la mattina ha un senso». «Citofonare Paradiso» è uno dei brani. Chi vorrebbe che la chiamasse? «Noel Gallagher. Sono stato a Londra a uno dei concerti della reunion degli Oasis. Ero in lacrime, ma per fortuna Carolina (Sansoni, la compagna ndr) non ha pubblicato quei video…».

26 novembre 2025