West Nile torna a colpire e l’Italia guida la classifica europea per numero di casi umani nel 2025. A dirlo è l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che nel bollettino aggiornato al 30 luglio segnala casi in cinque Paesi europei: Italia, Grecia, Romania, Bulgaria e Francia. Ma è il nostro Paese a registrare il numero più alto di infezioni, con una netta distanza rispetto agli altri.
Secondo l’Ecdc, come riporta Adnkronos, il focolaio principale è nel Lazio, in particolare nella provincia di Latina, ma il virus si sta diffondendo in 7 nuove regioni italiane solo nell’ultima settimana. La Campania è la seconda area critica, dove il tasso di mortalità è insolitamente elevato: 16 casi totali, 10 neuroinvasivi e 5 decessi, un dato che fa pensare a una possibile sottostima delle infezioni meno gravi o a una popolazione colpita mediamente più anziana.
A livello nazionale, l’Istituto Superiore di Sanità ha registrato 89 casi di West Nile, di cui 40 con complicanze neurologiche e 8 decessi.
Il Lazio ne conta 58 (23 neuroinvasivi e 2 decessi), mentre Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Sardegna segnalano casi sporadici.
Emilia-Romagna: meno casi, ma sorveglianza attiva
La situazione in Emilia-Romagna appare per ora sotto controllo. I dati del Piano regionale di sorveglianza 2025 parlano di un solo caso grave di West Nile con encefalite, due casi asintomatici e nessun decesso. La Regione mantiene attiva la sorveglianza tutto l’anno, intensificandola nei mesi caldi, e ha confermato misure di prevenzione su zanzare e sicurezza delle donazioni di sangue.
Campania: mortalità anomala, focolai preoccupanti
In Campania, i numeri ufficiali sollevano interrogativi. Come ha sottolineato l’epidemiologo Gianni Rezza, il rapporto fra casi gravi e decessi è anomalo: 5 morti su 16 casi segnalati. Questo potrebbe indicare una circolazione del virus più ampia di quanto rilevato, oppure l’infezione ha colpito fasce di popolazione più fragili. Lo scenario richiama l’attenzione su un controllo capillare dei casi neuroinvasivi e sull’importanza delle misure preventive.
Agosto mese chiave per la sorveglianza
Agosto è storicamente il mese di picco dei contagi da West Nile in Italia. L’andamento attuale mostra un’attività virale più intensa rispetto al 2024, quando a fine luglio si contavano solo 36 casi. Il virus non è nuovo nel nostro Paese, ma la sua diffusione geografica cambia: oggi colpisce meno la Pianura Padana, ma si espande a sud, con il basso Lazio e la Campania in prima linea.
Ultimo aggiornamento: venerdì 1 agosto 2025, 14:09
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