È stata presentata questo pomeriggio la giornata di sciopero e mobilitazione del 28 novembre a Genova, proclamata da Usb. Insieme alle presenze già annunciate: Greta Thunberg, Francesca Albanese e Thiago Avila, l’Unione Sindacale di Base ha confermato l’adesione di altre personalità del panorama nazionale e internazionale come Yanis Varoufakis, Moni Ovadia, il giornalista Chris Hedges, Sabina Guzzanti, Vinicio Capossela e vari reporter impegnati sul tema della Palestina. Roger Waters, pur sostenendo l’iniziativa, con ogni probabilità non sarà presente a meno di sorprese dell’ultim’ora.

A illustrare la piattaforma sono stati Maurizio Rimassa, segretario di Usb in Liguria e José Nivoi, portuale ed ex membro della spedizione della Freedom Flotilla.

La manovra, i conflitti e il nodo sociale

Rimassa ha parlato di una “continuità” con le mobilitazioni di settembre e ha indicato tre assi principali: la critica alla manovra del governo Meloni, l’opposizione alla politica economica degli esecutivi degli ultimi anni e il quadro internazionale segnato da oltre sessanta conflitti. “Non abbiamo mai avuto e mai avremo un governo amico”, ha detto.

Secondo Usb, la scelta di Ue e governo di aumentare le spese militari rischia di ridurre ulteriormente il welfare. “La sanità pubblica è al capolinea, la privata supera ogni tetto di spesa. La scuola vive le stesse difficoltà e i salari non hanno recuperato l’inflazione”, ha aggiunto Rimassa, ricordando la necessità di “rompere con i parametri dell’attuale politica economica”.

Nel suo intervento ha citato anche il caso Ilva, per cui “da anni non vengono trovate le risorse necessarie al rilancio”. Proprio il 28 a Roma si terrà un incontro al ministero delle Imprese sul futuro dell’acciaio in Italia, motivo per cui la sindaca Silvia Salis, invitata da Usb, non sarà presente al corteo, perché impegnata a Roma.

Centrale anche il tema di Gaza: “È calata una cortina che vuole far dimenticare cosa accade, ma si continua a morire. Governo e Ue alimentano politiche di riarmo”.

Thunberg, l’appoggio internazionale e la rotta di Usb

Sul coinvolgimento di Greta Thunberg, Rimassa ha definito il sostegno delle personalità internazionali come “una conferma delle scelte che portiamo avanti”. Il mondo del lavoro, ha detto, “sta dando segnali di voler incidere sulle politiche che hanno portato all’impoverimento generale”.

José Nivoi ha insistito sulla necessità di una “piattaforma di rilancio sindacale”: “Si è rotto il modello sociale. Le mobilitazioni del 22 settembre hanno indicato come parola d’ordine la rottura dei sistemi economici liberali”. Da quelle iniziative, ha spiegato, sono nati i contatti con Thunberg, Albanese, Varoufakis, Avila, Ovadia, Hedges, Guzzanti, Capossela e altri.

Il programma della giornata

Il concentramento è fissato alle 8.30 a Brignole, scelta anche per la vicinanza alla sede di Confindustria. Alle 9 è prevista una conferenza stampa, poi partirà il corteo che attraverserà il centro cittadino fino ai varchi portuali. A questo si affiancherà un corteo via mare con diverse imbarcazioni.

Sicurezza, unità sindacale e clima intorno alla protesta

Rimassa, commentando il mancato sciopero unitario, ha osservato che “mai come oggi i sindacati sono frammentati”, pur ribadendo che l’unità “è un valore”, a patto di condividere gli obiettivi. Quanto al rischio di tensioni, Nivoi sorride: “Un folle verrebbe solo per fare casino, ma quel giorno Genova avrà gli occhi del mondo”.

Rimassa, infine, ha anche criticato il “confine labile” tra manifestazioni e potenziali contestazioni penali: “Purtroppo oggi è facile dipingere una protesta come fuori dalle regole. Quando i problemi non si risolvono, si ricorre alle misure repressive e lo abbiamo visto con i provvedimenti del governo”.