“Spero che venga emessa una cattura internazionale perché probabilmente non sono più in Italia, sono andati via”. Simone Ruzzi, alias ‘Cicalone’, è sicuro. Ospite di Quarta Repubblica per parlare del pestaggio subito alla fermata Ottaviano della Metro A di Roma, a opera di una presunta banda di borseggiatori, ha sottolineato la difficoltà di chi sta indagando nel catturare chi lo ha malmenato.
Due dei cinque presunti responsabili, quelli il cui volto viene ben ripreso nel filmato girato dalla videomaker che collabora con Cicalone, sono stati individuati. La polizia di Stato che indaga, però, ancora non li ha rintracciati e né fermati e l’ipotesi che i due possano essere scappati. Addirittura all’estero. Si tratta di due cittadini rumeni di 32 anni. Gli agenti stanno setacciando i luoghi che i due sono soliti frequentare e tra le possibili conoscenze.
Secondo Cicalone, però, i suoi aggressori sarebbero già all’estero, mal momento non si hanno certezze. L’unica cosa certa è che le ricerche proseguono dal 12 novembre scorso. Commentando i traumi subiti, Simone Ruzzi ha sottolineato: “Ho fatto una visita specialistica proprio per l’occhio e mi hanno dato altri 30 giorni di prognosi, perché è stata trovata una lesione, probabilmente permanente, però ancora non è stata definita. La denuncia si è trasformata dunque in lesioni gravi, perché sono stati superati i 40 giorni di prognosi. Se fosse stata una persona comune, che non aveva la possibilità di incassare i colpi in quel modo, veramente si rischiava il coma per un colpo del genere. Il terzo colpo più lo riguardo e più mi preoccupo, quello è tentato omicidio”, ha detto ai microfoni di Rete4.
Dopo l’aggressione subita, e prima dell’ospitata in tv, Cicalone aveva organizzato un flash mob alla fermata di Ottaviano. A microfoni di RomaToday (qui l’intervista completa), in quella circostanza, tra le altre questioni ha sottolineato come si renderebbe disponibile per fare l’assessore ai trasporti nella prossima giunta capitolina.