elia del grande

Elia Del Grande rimarrà nel regime di misura di sicurezza della “permanenza in casa lavoro” fino al 13 aprile 2026. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Torino, competente per il suo caso, che ha visto il cinquantenne di Cadrezzate fuggire il 30 ottobre dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia per rimanere a piede libero fino al 13 novembre scorso, quando i carabinieri del Ros e i colleghi dei reparti operativi di Varese e Gallarate l’hanno fermato nei pressi della sua abitazione di via Matteotti, proprio sopra al forno di famiglia (oggi gestito da terzi).

«Il mio assistito sta bene, è in buona salute, lucido: l’ho incontrato sabato e gli ho spiegato la situazione», racconta l’avvocato Raffaella Servidio del foro di Varese. L’udienza dinanzi alla corte piemontese si sarebbe dovuta tenere originariamente il 26 novembre, ma era relativa in realtà all’impugnazione da parte dello stesso Del Grande rispetto all’inasprimento della misura di sicurezza, cioè il passaggio da “libertà vigilata“ a “permanenza nella casa lavoro“, inasprimento dovuto a una valutazione della Sorveglianza di Varese per via di numerose inadempienze («reiterate violazioni») ai precetti imposti, come ad esempio l’obbligo di permanenza in casa entro una determinata ora della sera e fino al mattino seguente (inadempienze riscontrate dalla polizia giudiziaria, ma che Del Grande aveva spiegato essere dovute al fatto di non sentire il campanello durante i controlli).

Proprio in virtù dell’aggravamento della sua posizione e della traduzione nella casa lavoro di Castelfranco Emilia, Del Grande ha deciso di allontanarsi dalla struttura con una fuga rocambolesca, per raggiungere il paese d’origine dove ha trovato rifugio fra boschi, baracche e canneti nella zona del lago, forse aiutato da qualche sua vecchia conoscenza. Su questo aspetto sono aperti due fascicoli di indagine, a Varese e a Modena.

Elia Del Grande: “Io trattato peggio di un detenuto, ecco perché sono scappato dalla casa lavoro”

«Elia Del Grande può, ad oggi, comunicare esclusivamente con il difensore», ha spiegato l’avvocato Servidio (durente la sua fuga Del Grande scrisse una lettera a Varesenews per spiegare i motivi della scelta di fuggire, e dopo pochi giorni telefonò alla trasmissione Le Iene). La struttura di Alba è più piccola di quella emiliana da cui Del Grande si era allontanato calandosi da un muro di cinta legando insieme alcuni fili elettrici: consta di una cinquantina di posti e, per il momento, non è ancora stato definito quale sarà l’impiego dell’internato.

Al termine del periodo stabilito per la permanenza ad Alba avverrà una successiva valutazione della sua pericolosità sociale.