Evitare che i filobus delle linee 90 e 91 di Atm debbano fermarsi al semaforo e creare, invece, una sorta di “onda verde” lungo tutta la circonvallazione. Non è fantascienza (anche perché è realtà in altre città), ma una delle sperimentazioni che Milano sta testando grazie ai 7 milioni di euro messi a disposizione dal Pnrr attraverso il bando “Living lab”, vinto da palazzo Marino.

Il progetto Muovimi-monitoraggio urbano e ottimizzazione per una viabilità integrata a Milano – realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, Atm e A2A, è stato presentato oggi al Forum della Mobilità nel corso del convengo “MaaS4Italy: mobilità futura e sfide attuali tra innovazione, regolamentazione e privacy”.

A che punto è il piano

L’obiettivo è quello di completare entro il 2026 il perimetro della ‘smart road’ più lunga d’Italia: 40 km lungo la circonvallazione esterna di Milano. Attualmente sono già stati installati 67 sensori su 23 semafori presenti lungo circa 5 km di tracciato. Prossimamente, grazie al finanziamento di regione Lombardia che il comune si è aggiudicato nell’ambito del bando “Smart mobility data driven”, sarà possibile completare l’anello con altri 180 sensori su 35 Km.

Come funziona il sistema

Questa infrastrutturazione tecnologica per la raccolta dati rederà disponibili in tempo reale le informazioni relative ai flussi di traffico e alla regolazione semaforica. L’informazione verrà inviata ai mezzi pubblici che percorrono quel tragitto, indicando loro la velocità consigliata per raggiungere il semaforo con luce verde; saranno così ottimizzati tempi di percorrenza, consumi e sicurezza.

I sensori sono anche in grado di analizzare i dati di traffico relativi alle principali vie afferenti alle intersezioni, fornendo metadati per analisi statistiche e allarmi su situazioni specifiche, ad esempio un veicolo fermo in zona di transito. Dati che potrebbero essere condivisi potenzialmente da tutti i veicoli capaci di connettersi con l’infrastruttura.
Al momento è in corso un test in ambiente virtuale con l’utilizzo di un simulatore di guida, primo passo per portare il test su strada in condizioni reali, verosimilmente all’inizio della prossima primavera.