di
Giangiacomo Schiavi
In via Dezza qualcuno ha strappato il girasole appeso alla rete e offeso una madre con una scritta ingiuriosa a pennarello
Caro Schiavi,
le scrivo per condividere la mia indignazione davanti ad un gesto di scarsa umanità nei confronti di una mamma che ha perso il suo unico figlio 15enne, stroncato da un arresto cardiaco, sul campetto da basket di Dezza otto anni fa. Da allora, amorevolmente, lei lascia sulla rete un girasole, simbolo della solarità di una vita recisa troppo presto. Puntualmente il fiore è stato strappato, buttato e allora la mamma ha scritto un messaggio per impietosire la mano di chi lo ha più volte levato. La risposta è stata scioccante ed è per questo che le chiedo se anche la foto può essere pubblicata (qui al centro). Un fiore non può essere considerato pattumiera ancor più se rappresenta la memoria di un tragico avvenimento che ha scosso il nostro quartiere.
Ilaria Starz
Sul biglietto appoggiato alla rete del campetto da basket di via Dezza c’era scritto «Non strapparmi», e bisogna avere la segatura nel cuore per farlo, perché quel rito che ci ricorda le parole del Piccolo Principe («… è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante…») dà valore a un sentimento e alla vita di un figlio, dal cui funerale non si torna mai. Non è solo il rispetto che manca in chi ha strappato il fiore e offeso una madre con questa scritta a pennarello: «Se tutti mettono un fiore per ogni morto, Milano sarebbe una pattumiera». Italiano a parte, è lo squallore che trasmette un gesto così, e sarebbe opportuno che di quei girasoli adesso il campetto da basket ne facesse un simbolo, di amicizia, vicinanza e umanità, per ricordare quel ragazzino stroncato da un arresto cardiaco. Ci servono messaggi ed gesti imitabili per evitare l’indifferenza e rispondere all’arroganza dell’inciviltà. Un fiore è come una stella, può accendere una luce nel buio.
Una buona notizia e un ringraziamento. Dopo le nostre lettere sono ripresi i lavori nei giardinetti Oriana Fallaci: adesso i bambini hanno i giochi nuovi e sono finalmente liberi dalle transenne.
Clarice Pecori Giraldi
Un po’ in ritardo, ma è bene quel che finisce bene.
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26 novembre 2025 ( modifica il 27 novembre 2025 | 08:53)
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