Roma, 26 novembre 2025 – La vita del cervello attraversa cinque fasi distinte, con svolte nette: infanzia (dalla nascita ai 9 anni), adolescenza (9-32 anni), età adulta (32-66), prima anzianità (66-83), tarda anzianità (dagli 83 anni). È quanto emerge da un ampio studio dell’Università di Cambridge, basato su circa 4.000 scansioni cerebrali fino ai 90 anni e raccontato da Bbc News. Una mappa, dicono i ricercatori, che potrebbe spiegare perché il rischio di disturbi mentali o demenze varia in momenti specifici della vita.

La prima tappa è l’infanzia, dalla nascita ai nove anni. È l’età dell’espansione e della potatura: il cervello cresce rapidamente ma ‘sfoltisce’ l’eccesso di sinapsi create all’inizio della vita. L’efficienza però cala, come quando un bambino vaga in un parco senza scegliere la via più breve. Poi, a nove anni, il cambio di marcia: inizia l’adolescenza, che secondo i ricercatori dura fino ai 32. È qui che la macchina si fa spietatamente efficiente. “È un enorme cambiamento”, spiega la prima autrice Alexa Mousley: “Il cervello è sempre in fase di rafforzamento e indebolimento delle connessioni, e non segue un andamento regolare: ci sono fluttuazioni e vere e proprie fasi di ri-cablaggio”.

Approfondisci:

Disturbi del sonno e tumori, c’è un legame? Perché contare le pecore ti può essere utileDisturbi del sonno e tumori, c’è un legame? Perché contare le pecore ti può essere utile

Dai 9 ai 30 anni: dalla ristrutturazione al massimo dei parametri cerebrali

La profonda ristrutturazione che comincia a nove anni coincide con il periodo in cui più facilmente emergono disturbi mentali. Non stupisce che l’adolescenza inizi attorno alla pubertà; sorprende invece – anche se altri studi lo suggerivano – che finisca così tardi. E questa è l’unica fase in cui la rete dei neuroni diventa più efficiente: un picco che, nota Mousley, conferma molte misure di funzionamento cognitivo. Interessante, aggiunge, che la fase resti la stessa dai 9 ai 32 anni: “Molti dei nostri parametri cerebrali raggiungono il massimo agli inizi dei trent’anni”.

Le ricerche sul cervello

Le ricerche sul cervello

Quando iniziano l’età adulta e l’anzianità

I 32 anni segnano l’ingresso nell’età adulta: la stagione più lunga e stabile, fino ai 66. Qui si lascia spazio a un’evoluzione più lenta e, passo dopo passo, l’efficienza comincia a regredire. Una traiettoria che, osserva Mousley, “si allinea con un plateau di intelligenza e personalità” che molti riconosceranno.

Approfondisci:

Cura del sonno e depressione, cosa devo sapere? Il professore: “Ecco i benefici sulla vita dei pazienti”Cura del sonno e depressione, cosa devo sapere? Il professore: “Ecco i benefici sulla vita dei pazienti”

A 66 anni scatta la fase della prima anzianità, senza crolli improvvisi ma con cambiamenti profondi: il cervello lavora meno come un tutt’uno e più come un insieme di ‘sezioni’ affiatate: la Bbc suggerisce la metafora di gruppi musicali che avviano progetti solisti. Un’età in cui, anche nei soggetti sani analizzati dallo studio, iniziano a comparire fenomeni associati a pressione alta o alle prime forme di decadimento cognitivo.

La fase finale del cervello e le fragilità dell’età avanzata

Dagli 83 anni in poi si entra nella fase finale, più difficile da studiare per la scarsità di cervelli sani da analizzare. I cambiamenti ricordano quelli della fase precedente, ma in forma più marcata. Ciò che ha stupito Mousley è la precisione con cui queste soglie coincidono con passaggi cruciali della vita, dalla pubertà ai mutamenti sociali dei trent’anni fino alle fragilità dell’età avanzata.

Approfondisci:

Tumori al cervello, la storia del neurochirurgo Christian Brogna. “Gli interventi awake e l’importanza delle emozioni”Tumori al cervello, la storia del neurochirurgo Christian Brogna. “Gli interventi awake e l’importanza delle emozioni”

Tara Spires-Jones, dell’Università di Edimburgo, definisce la ricerca “Uno studio molto interessante che mostra quanto il cervello cambi nel corso della vita”, pur ricordando che non tutti attraversano le stesse tappe alla stessa età. Per Duncan Astle, coautore, le connessioni cerebrali sono la chiave: “Molte condizioni neuropsichiatriche e neurologiche sono legate al modo in cui il cervello è cablato”.