di
Flavio Vanetti
Andrea Panzeri, presidente della commissione medica della Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali): «Lo sci è da sempre uno sport a rischio, ma ora alle lesioni si sono aggiunte brutte fratture»
Anche Lara Gut-Behrami dice dunque addio alla stagione olimpica e il grave incidente della fuoriclasse elvetica a Copper Mountain – la diagnosi definitiva, relativa al ginocchio sinistro, è «rottura del legamento crociato e di quello interno, oltre alla lesione di un menisco» – rilancia la domanda: lo sci attuale è diventato troppo pericoloso? La risposta emotiva è «sì, certo», ed è così che sorprende sentire i distinguo del dottor Andrea Panzeri: «Come rispondo? Con un “ni”». Presidente della commissione medica della Fisi, coinvolto in questa federazione fin dal 1999, Panzeri ne ha viste di ogni: Sofia Goggia è stata sua «cliente» abituale, adesso sotto i ferri sono finite pure Federica Brignone («Nel recupero, siamo dove volevamo essere, a questa data; ma solo lei potrà dire, più avanti, se ce la farà ad andare ai Giochi») e Marta Bassino.
Oggi il «dott» (suo soprannome) segue anche altri sport, «soprattutto il basket», e dunque abbina la memoria storica all’attualità. Ecco allora la sua… diagnosi: «Fino all’anno scorso le statistiche non documentavano un’impennata di infortuni gravi all’interno del mondo dello sci. In questa stagione, invece, pur mancando ancora cifre ufficiali, possiamo dire che il fenomeno sta prendendo contorni significativi. Si è poi nell’anno olimpico e se si sa già che mancheranno atlete come Lara Gut-Behrami e Marta Bassino, oltre ad altri, è chiaro che la cassa di risonanza è più ampia. Resta il fatto che lo sci è da sempre sport a rischio: vorrei anche separare gli incidenti dalle vere e proprie tragedie che purtroppo abbiamo vissuto di recente». Ecco, lupus in fabula: Matilde Lorenzi, Matteo Franzoso e gli altri morti in allenamento. Si può evitare che si ripetano certi drammi? «Al netto della fatalità, migliorare è sempre possibile, senza però scordare quanto di buono è già stato fatto. Non è semplice fare sì che i tracciati di allenamento riproducano gli stessi criteri delle piste da gara: ma è lì che bisogna andare a parare, con il contributo di tutti».
Intanto bisogna prendere atto che c’è un’evoluzione negli incidenti. «Con l’avvento degli sci carving e di raggi di curva diversi, le leve si sono spostate verso il ginocchio: quindi il fulcro dei traumi è lì. Un tempo era più facile trovare la lesione isolata del legamento crociato anteriore, adesso si aggiungono brutte fratture». Definiti lo scenario e il trend, resta da stabilire come fare per contrastare il fenomeno: trovare il modo di diminuire le velocità, rendendo meno performanti i materiali? Ridurre gli angoli delle lamine? Rivedere il calendario, ormai fitto e troppo stressante? «Un po’ di tutto questo – riprende Panzeri -: è chiaro che abbassando le velocità dovrebbero scendere pure le cifre degli infortuni. Ma in realtà serve un mix di interventi, con una parola chiave: prevenzione. Sono in questo mondo da quasi 30 anni e si è sempre parlato di queste cose, salvo non trovare mai la giusta direzione».
Sono utili – e ci sono – i vari gruppi di lavoro, però alla fine della fiera ci deve essere anche la disponibilità dell’atleta: «A volte sono proprio loro a dire di no, lo si è visto con la non accettazione da parte di tutti degli airbag e con l’eccepire sulle tute antitaglio: gli sciatori temono di compromettere la prestazione e la capacità di ottenere il massimo. Ma è chiaro che servirà un atteggiamento differente». Parlando di una protezione quale l’airbag, risolutivo per i traumi del tronco, viene infine da domandarsi se mai si troverà qualcosa per proteggere le ginocchia. Pare di sì, basta avere pazienza: «Alcune aziende stanno lavorando su dispositivi per le gambe, ma temo che una soluzione sia ancora lontana. Serviranno valutazioni ad ampio raggio, un po’ come quelle che riguarderanno, se mai si arriverà a discuterne, l’adozione dei caschi integrali: potrebbero essere utili in certe cadute e deleteri in altre».
27 novembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA