«Il ciclismo è una enorme macchina della solidarietà»: non è una contraddizione in termini ma una pennellata romantica quella scelta da Massimo Rava per spiegare una bella storia a lieto fine di supporto a sconosciuti nel nome del pedale.

I fatti raccontano di un tamponamento e di un’auto in panne sull’autostrada A26 ad Alessandria nel tardo pomeriggio di domenica. Il veicolo è l’ammiraglia di un gruppo ciclistico di Sarroch, il Velo Club, che sta rientrando in provincia di Cagliari dopo un weekend nel Torinese. Il gruppo è composto da ragazzini di età compresa fra 14 e 16 anni e da un paio di accompagnatori. Non c’è verso di ripartire, perso il traghetto da Livorno per l’isola.

Ritrovandosi in mezzo a una strada il dirigente Luciano Spano non si perde d’animo e chiede aiuto a Fabio Aru, stella del ciclismo sardo di qualche anno fa tanto bravo quanto sfortunato nella sua carriera. Aru a sua volta spiega la situazione a un altro campione del pedale, Vincenzo Nibali, memore forse dei racconti che il siciliano ha sempre fatto al collega sardo sull’accoglienza e sul movimento alessandrino.

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maria teresa marchese

15 Aprile 2024

Detto, fatto. Nibali chiama Massimo Rava, molto più di un semplice negoziante di ciclismo perché il suo Mania Bike è riferimento del movimento tricolore e perché Rava è meccanico di fama internazionale.

Da quel momento si innesca una catena di sostegno che in meno di 24 riporta i giovani sardi a casa anche grazie al sostegno di molti corregionali che ad Alessandria sono comunità coesa e solidale.

Spiega Rava: «Nibali mi ha cercato nella primissima mattina di lunedì, se lo avessimo saputo la domenica avremmo fatto risparmiare ai nostri amici anche i costi di un pernottamento inatteso perché sono convinto che Massimo Subbrero, anima dell’Overall non si sarebbe tirato indietro nell’ospitarli. Siamo felici di essere riusciti a portarli a Genova e la chiamata dell’altra sera di Luciano Spano che mi spiegava di essere approdato in Sardegna ci ha riempito di gioia».

Da buon piemontese, Massimo Rava non spiega come si sia riusciti nel piccolo grande miracolo di riportare a casa auto e ragazzi in poche ore.

Il mezzo in panne è stato portato nella Nuova Carrozzeria Alessandrina del quartiere Cristo dove i titolari Fabrizio e Sandrina si sono fatti in quattro prima per cercare di riparare il mezzo e poi per reperire un carro attrezzi che lo portasse al porto di Genova, senza chiedere nulla, «A costo zero», puntualizza Rava.

Il suo non è stato il solo sostegno fondamentale perché a portare fisicamente il gruppo di corridori sardi nel capoluogo ligure sono stati i ragazzi del gruppo di Mtb I Cinghiali di Novi con il presidente Luigi Fiorone in testa: non si sono fatti pregare per dare una mano ai colleghi e quella foto ricordo scattata al fianco del pulmino del club novese all’arrivo genovese vale molto più di mille parole, come la disponibilità di un gruppo friulano di Buja pronto a partire per soccorrere i loro amici.

Piccoli miracoli che nel ciclismo sono l’ordinaria normalità.

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