di
Mario Sensini
Riunione senza accordo tra il governo e il settore finanziario. Verso un ulteriore aumento dell’Irap e delle tasse sull’assicurazione auto. Il contributo triennale salirebbe da 9,5 a 10,5 miliardi
Il governo si prepara ad inasprire il prelievo fiscale straordinario su credito e assicurazioni per far quadrare i conti della manovra di bilancio. Stavolta, però, senza l’accordo del comparto finanziario, o almeno delle banche, che aveva già concordato con l’esecutivo un contributo di 9,5 miliardi al bilancio pubblico nel prossimo triennio.
Nuova stretta da un miliardo
La nuova stretta dovrebbe valere circa un miliardo, 600 milioni dall’aumento dell’Irap su banche e assicurazioni di 2,5 punti (non più 2), il resto da un aumento delle tasse sull’assicurazione per i conducenti dei veicoli. Il piano è stato illustrato ieri ad Abi, Ania e Confindustria (che chiede la stabilizzazione dell’iper ammortamento) dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il suo vice Maurizio Leo, e il vice premier, Antonio Tajani, lo stesso formato “politico” che aveva chiuso l’accordo del 21 ottobre apprezzando «lo spirito di collaborazione delle banche», poi improvvisamente tornato in ballo.
Reazione negativa
La reazione dei banchieri non è stata positiva, e lo aveva già fatto capire il capo azienda di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, in un’intervista al Sole 24 Ore. «Le banche sono fondamentali per finanziare il debito pubblico. Ci aspettiamo più rispetto, non di essere messi sotto scacco ogni giorno» aveva detto Messina. E la risposta alla nuova sollecitazione del governo, avanzata con qualche imbarazzo, è stata più o meno questa: fate come volete.
Vertenza sulle tasse RC Auto
Per la quadratura del cerchio si pensa anche di recuperare le maggiori imposte sui premi per l’assicurazione dei conducenti dei veicoli, finora tassati al 2,5%, invece che al 12,5% come pretende l’Agenzia delle Entrate. Per il futuro il costo si scaricherebbe probabilmente sui clienti, ma il governo punterebbe anche a recuperare 10 anni di arretrati (si parla di un miliardo di gettito possibile). Per evitare che il costo della stretta su banche e assicurazioni finisca per pesare sui cittadini, ad ogni buon conto, il Pd ha presentato un emendamento alla legge di Bilancio che lo vieta.
Le nuobe necessità
I nuovi fondi servirebbero per evitare l’inasprimento delle tasse sugli affitti brevi, sui dividendi delle holding (secondo Tajani la franchigia potrebbe essere estesa dal 5 al 10% della partecipazione), la stretta sulle compensazioni tra crediti fiscali e debiti previdenziali e l’estensione su tre anni del super ammortamento per le imprese.
Le proposte ancora in campo
La prossima settimana si stringerà sugli emendamenti parlamentari. Restano in piedi quelli di FdI sulla proprietà delle riserve auree detenute da Bankitalia, la rivalutazione agevolata dell’oro da investimento (condiviso da FI) e l’aumento della Tobin Tax, quelli sulla cessione delle quote del Mes e l’abolizione dello scalino per l’età pensionabile (Lega), le detrazioni per i libri delle superiori e l’incremento del valore della prima casa esente dall’Isee (NM), la richiesta di FI sugli affitti e l’esclusione dagli aumenti Irap delle holding industriali, assimilate alle banche.
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27 novembre 2025 ( modifica il 27 novembre 2025 | 21:16)
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