Un enorme ostacolo minaccia l’avvio de L’Isola dei Famosi 20. Non si parla di casting, che di certo non sono facilmente gestibili, considerando il poco appeal degli ultimi anni. Lo sguardo è rivolto proprio sulla location. Il reality rischia di iniziare senza un’isola, per assurdo.

Mancano pochi mesi al tradizionale debutto primaverile su Canale 5 ma non si esclude un necessario cambio di calendario. La produzione si ritrova infatti a vivere il momento più delicato della sua storia recente. Le forti proteste potrebbero chiudere le porte dell’Honduras una volta per tutte.

Proteste contro L’Isola dei Famosi

Si fanno sempre più pressanti le polemiche delle comunità Garifuna di Cayos Cochinos, in Honduras. Da anni ormai sono costrette a convivere con le produzioni italiane e spagnole, ma è giunto il tempo di dire basta.

Il limite è stato raggiunto e lo dimostra il fatto che Banijay è alla ricerca (disperata, visti i tempi) di una nuova location. Come riportato da Davide Maggio, i tentativi fino a questo punto non sono stati positivi. A fronte di alcuni sopralluoghi falliti, gli scenari si complicano giorno dopo giorno.

Alcuni media locali commentano la notizia con un velo d’ironia (e mica tanto): “I Garifuna si sono rotti i… cocchi”. Una questione molto seria, che di folkloristico ha ben poco. Queste persone vivono nelle piccole isole e isolotti di Cayos Cochinos e da tempo denunciano i disagi provati. Il tutto subito a causa delle produzioni televisive impegnate nell’area. In particolare si parla de L’Isola dei Famosi (Italia) e di Supervivientes (Spagna).

A causa dei due reality, principalmente, per lunghi periodi dell’anno l’area diventa inaccessibile. Le registrazioni comportano infatti dei divieti di navigazione e pesca. Il tutto a svantaggio di chi vive di risorse naturali, turismo locale, piccola pesca e raccolta della legna.

Tutto ciò prevede una compensazione che, però, i Garifuna ritengono inadeguata. Il loro grido, finalmente, sembra aver ottenuto il risultato sperato. Colpa delle produzioni? Non proprio, sotto questo aspetto. È il comportamento della Fondazione Cayos Cochinos a essere sotto attacco. Amministrando il territorio, beneficia degli accordi con le produzioni. Non riserverebbe, però, una quota equa degli introiti alle popolazioni locali.

Da qui le proteste: invasioni pacifiche dei set, manifestazioni pubbliche e richieste di revisione dei contratti. Il clima, quest’anno, si sarebbe ulteriormente irrigidito, fino a mettere in seria discussione la permanenza della produzione italiana nell’arcipelago.

Emergenza reality: nuova isola o slittamento

Stando a quanto filtrato nelle ultime settimane, Banijay avrebbe già avviato la ricerca di una nuova location. La priorità? Restare nell’area del Centro America, per motivi climatici e logistici. Ecco come si spiega il sopralluogo in Messico.

A quanto sembra, però, nessuna delle zone prese in considerazione avrebbe soddisfatto i requisiti di sicurezza, isolamento, accessibilità e compatibilità televisiva. Nulla da fare con il piano B, dunque. Si tratta però di un nodo da sciogliere a tutti i costi.

Il problema è così serio che si fa largo l’ipotesi di uno slittamento dell’avvio della stagione. Rispetto al cronoprogramma previsto, la produzione sarebbe già in ritardo. Una risoluzione rapida all’ostacolo logistico non si intravede, dunque, Pier Silvio Berlusconi si troverà costretto con ogni probabilità a trovare una soluzione.

Per fortuna di fiction non ne mancano, tenendo conto dei tanti rinvii degli ultimi mesi. Le prime serate potrebbero così essere salve con una soluzione interna. In attesa di un comunicato ufficiale, sembra proprio l’appuntamento possa essere rinviato al 2027.

 

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